Verona – “Noi, la Memoria, il futuro”

brunoSi sono concluse a Verona le cerimonie ufficiali organizzate con il patrocinio del prefetto Salvatore Mulas e del sindaco Flavio Tosi. Le iniziative hanno coinvolto, oltre alla Comunità ebraica e ad altre associazioni, anche Aned, Appia, Anpi e Istituto Storico della Resistenza.  
Per l’ultimo evento un folto pubblico si è ritrovato in una giornata nebbiosa e fredda di fronte al grande monumento raffigurante un nodo di filo spinato opera del Maestro Pino Castagna, dove è stata deposta una corona dall’assessore Gian Arnaldo Caleffi in rappresentanza del Comune di Verona (Caleffi ha portato i saluti del sindaco e della città). Dario Basevi, in rappresentanza del comitato che aveva promosso la realizzazione dell’imponente monumento realizzato dal Maestro, presente alla cerimonia, ha ricordato l’importanza di tale opera per la città (che purtroppo durante l’ultima guerra è stata sede delle truppe tedesche del Nord Italia e ha coordinato le deportazioni verso i campi di sterminio).  Basevi ha poi invitato il rabbino Yosef Labi e il sacerdote don Carlo Merlo, incaricato per i rapporti con le altre religioni e in rappresentanza del vescovo, a leggere l’uno in ebraico e l’altro in italiano il salmo 23 che avevano scelto per l’occasione.
Profondo e significativo l’intervento dello  storico Carlo Saletti, che ha parlato di Shoah e genocidi e sensibilizzato i presenti sui terribili segnali in crescita dell’antisemitismo e dei fenomeni di xenofobia in Europa, dove nel 2015 questo triste oggetto che è il filo spinato è massicciamente ricomparsa per limitare l’ingresso di masse di disperati che fuggono da guerre e fame e ricordano altri tristi barriere di settanta anni fa che hanno di fatto impedito a molti ebrei di salvarsi emigrando in paesi europei e americani dove l’ immigrazione era stata fortemente contigentata. La cerimonia si è conclusa con le parole di rav Labi, che ha pregato per un mondo di pace e ha poi invitato Angel Harkatz a cantare la preghiera El Malè Rachamim.  Dopo il solenne canto, il maestro Andrea Testa ha chiuso con un assolo di violino ispirato al tema del famoso film Shindler List.
In precedenza era stato posizionato e aperto al pubblico nella centrale piazza Bra, a cura della sezione locale figli della Shoah e del suo presidente Roberto Israel, il carro della Memoria. L’inaugurazione, avvenuta alla presenza del sindaco Tosi, ha avuto come momento centrale la presentazione da parte di Liliana Picciotto del libro di Roberto Matatia I vicini scomodi 1938-1945 la persecuzione degli ebrei in Italia, edito da Giuntina, e del quale l’autore ha dialogato con la presidente del CDEC.
Durante la settimana decine di volontari hanno accolto migliaia di visitatori al carro e molte scolaresche hanno anche visitato la mostra, allestita nel salone della comunità ebraica con il Cdec sulle Leggi razziali in Italia, sempre accolti da Elena Lucchi e dalle volontarie delle locali sezione di Italia Israele ed Adei.
La giornata ufficiale del 27 gennaio è iniziata nella centrale  piazza dell’Arena alla presenza delle  massime autorità, sua eccellenza il prefetto, il questore, il rappresentante del sindaco, associazioni  civili e militari.  Sono state deposte corone al monumento che ricorda i campi di sterminio presente un picchetto militare e il rabbino ha intonato nel silenzio commosso di tutti i presenti Ani Maamim ricordandone il significato.
Moltissime le cerimonie durante la giornata. Si segnalano tra le  più significative un coro di centinaia di ragazzi di un comprensorio scolastico nelle vicinanze  del monumento che ricorda il piccolo Sergio De Simone, ucciso con altri 19 bambini nelle cantine di una scuola di Amburgo dopo essere stato utilizzato come cavia per esperimenti medici, nel parco a lui dedicato.  Nell’auditorium della Gran Guardia si sono svolte le cerimonie ufficiali con  la consegna di medaglie ad ex deportati e discorsi molto significativi e intensi del prefetto Salvatore Mulas e di Stefano Quaglia, dirigente responsabile dell’Ufficio Scolastico Territoriale. L’orazione ufficiale è stata pronunciata del nuovo presidente della locale sezione Aned Ennio Trivellin, deportato a Muthausen.
Nel pomeriggio, al cimitero ebraico, l’omaggio ai deportati veronesi con deposizione delle corone del Comune e della Comunita ebraica, i saluti delle Autorità tra le quali era presente il neo eletto Trivellin. Il rabbino ha  letto unsSalmo e ricordato i nomi di tutti coloro che non hanno fatto ritorno mentre chi scrive ha concluso con un suo intervento la cerimonia.
Incontri, concerti, conferenze si sono svolte in città e in provincia presso associazioni quali la società letteraria il bellissimo concerto di Olivier Greif del 1975 intitolato “Sonate de Guerre” mirabilmente eseguito dalla pianista di Zagabria Lucija Majstorovic. Il Presidente dell’ordine degli avvocati veronesi ha fatto dono alla biblioteca civica del volume “Le leggi razziali nel foro di Verona”; per la Comunità ebraica era presente l’avvocato Miriam Perbellini Carmi.  L’Università ha allestito presso il teatro Comploy lo spettacolo “Un sacchietto di biglie” di Joseph Joffo, scritto e diretto da Lorenzo Bassotto ed accompagnato musicalmente da un gruppo di ragazzi del locale conservatorio musicale.  Prima dello spettacolo l’associazione degli avvocati ha consegnato copia del  volume che ricorda i cinque avocati ebrei veronesi cacciati dall’ordine in seguito alle leggi razziste del 1938 e il dottor Paolo, figlio dell’avvocato Ruggero Jenna, ha raccontato la triste esperienza della cattura del padre che non è tornato dal campo di sterminio.
Molte scuole hanno organizzato incontri e celebrazioni sia in città che in provincia che continueranno ancora questa settimana, spesso invitando la Comunità ebraica. In alcuni licei sono stati utilizzati come supporti mediatici i film realizzati dall’associazione monferrina “C’era una volta”, curati da Massimo Biglia con la collaborazione di Elisabetta Massera, che raccontano l’uno la storia dell’orfanatrofio israelitico torinese in parte salvato a Casale Monferrato da Giuseppina Gusmano, Giusta fra le nazioni (L’ora del tempo sognato) e l’altro un viaggio nella memoria di un gruppo di liceali di Casale (Io Sono).
Segnaliamo infine una bella mostra fotografica “Se questo è un uomo” allestita presso il Comune di Zevio e realizzata da Patrizia Sonato nonché l’incontro presso il centro sociale Tommasoli di Verona intitolato “Tutti abbiamo bisogno della memoria. Tiene il lupo dell’insignificanza fuori della porta” di Saul Bellow.

Bruno Carmi, presidente Comunità ebraica di Verona

(2 febbraio 2016)

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