I silenzi del boia

rassegnaSu Repubblica il racconto del processo all’ultimo boia di Auschwitz ancora in vita. I silenzi del carnefice, le lacrime dei Testimoni. Scrive Tonia Mastrobuoni: “Tace da nove udienze, Reinhold Hanning, si fissa ostinatamente le ginocchia, non alza mai gli occhi. E gli avvocati di questo 94enne entrato nella gioventù hitleriana a 13 anni, divenuto a 18 un SS della temibile divisione delle Teste di morto, non fanno che pressare la corte e i testimoni, ricordano ossessivamente che Hanning ha due ore di autonomia al giorno, che non può concedere un minuto di più ai sopravvissuti”.

È iniziato ieri a Dresda il processo per istigazione all’odio razziale contro il capo del movimento anti islamico Pegida (Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente), Lutz Bachmann. L’accusa, spiega il Corriere, è di aver fomentato odio contro i profughi attraverso alcuni post pubblicati nel settembre 2014 su Facebook.

“Un momento importante nel percorso che nell’autunno 2017 porterà all’inaugurazione del primo lotto del Museo, con la ristrutturazione del corpo centrale e l’allestimento di una prima mostra”. Queste le parole con cui il presidente del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah Dario Disegni commenta la nomina della nuova direttrice del Meis, Simonetta Della Seta, raccontata ieri sul nostro notiziario quotidiano e oggi segnalata da Avvenire.

“I cori antisemiti all’indirizzo di Firenze e dei fiorentini partiti dalla curva bianconera in occasione di Juventus-Palermo sono solo l’ultimo episodio d’intolleranza e inciviltà che caratterizza gli stadi italiani. Episodio che conferma, purtroppo, come nel nostro Paese, soprattutto nel calcio, manchi cultura sportiva”. Così Andrea Lorentini, presidente dell’associazione familiari vittime dell’Heysel (Corriere Fiorentino).

Si presentano oggi a Roma, alla Casa delle Donne, due importanti libri che raccontano gli orrori del campo di Ravensbruck (tra le protagoniste dell’evento la storica Anna Foa). “Donne zingare, comuniste, lesbiche, vagabonde , mendicanti, prostitute, ladre, disabili, ebree, antifasciste, soldatesse nemiche. Di Francia, Polonia, Inghilterra, Germania, Olanda, Russia e Italia. Ecco Ravensbrück, l’inferno per donne” scrive Paolo Brogi (Corriere Roma).

Il direttore del Tg5 Clemente Mimun racconta sul Corriere le sue giornate a casa Pannella. “Il Marco di ora – spiega – ama farsi leggere vecchi discorsi, libri e giornali stranieri, è meno verboso e dolcissimo. Sta appassendo e ne è consapevole. Mi ricorda l’immenso Wojtyla del sacrificio estremo. Ha spesso il sorriso rassicurante dell’indimenticabile rabbino Elio Toaff, suo carissimo amico. Ogni secondo passato con lui, anche quando è stonato, è un diamante da conservare”.

“Cosa ha di democratico il livore antisemita?”. Se lo chiede Fabrizio Rondolino, sull’Unità, riflettendo sulle parole d’odio del docente universitario Angelo d’Orsi in una recensione apparsa ieri sul Fatto Quotidiano. Scrive Rondolino: “Il livore antisemita del professor d’Orsi, ahimè diffuso nella parte peggiore delta ‘sinistra’ italiana, prova, ipocritamente, a travestirsi da polemica anti-israeliana: ma poi basta un niente e la maschera cade. Sono gli ebrei, scrive infatti, a infliggere ‘sofferenze’ e ‘discriminazioni odiose’. Che si difendano per sopravvivere, al professor d’Orsi non interessa proprio. Anzi, ai suoi occhi deve essere un’aggravante”.

“A Bologna l’università è una madrassa” titola Libero, riprendendo una denuncia pubblicata ieri sul Foglio. “Sulle 338 firme raccolte dalla cosiddetta ‘intellighenzia italiana’, come la definisce il Foglio, con l’obiettivo di boicottare l’università israeliana, un buon 10% è composto da professori dell’ateneo felsineo, il più antico d’Europa”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(20 aprile 2016)