Via libera al Meis – Dario Franceschini:
“Ebraismo italiano, tesoro da custodire”

gattegna franceschini“La legge del 2003 ha scelto Ferrara come sede del museo nazionale anche in ragione dello straordinario contributo che la sua comunità ebraica ha saputo offrire attraverso i secoli. Ferrara è la città di Giorgio Bassani, di cui stiamo celebrando il Centenario dalla nascita. E più in generale è luogo di incontro, cultura e impegno in cui questa identità ha saputo esprimersi ai più alti livelli” sottolinea il ministro alla Cultura Dario Franceschini (nell’immagine con il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in visita a Ferra al complesso dove sorgerà il Meis) a Pagine Ebraiche a margine della conferenza stampa di presentazione dell’ampio piano di intervento sul territorio annunciato ieri e sintetizzato nello slogan ‘Un miliardo per la cultura’, in cui è previsto lo stanziamento dei finanziamenti per completare la realizzazione del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara.

Da ferrarese c’è un certo orgoglio, una certa emozione per l’annuncio odierno?

La cultura è un elemento caratterizzante dell’identità italiana. Una ricchezza che il mondo ci invidia e che non è possibile separare dai destini e dal contributo che singoli ebrei italiani o gruppi più ampi ci hanno donato. A Ferrara in particolare questo contributo ha lasciato un segno profondo contribuendo alla formazione di milioni di italiani che dall’ebraismo, dalla sua grande vivacità culturale, hanno attinto insegnamenti e principi universali. Me compreso.

Quale la tempistica di erogazione dei fondi?

Immediata. Lo stanziamento è già stato deliberato e sarà quindi erogato all’interno di un piano pluriennale di intervento. Non parole, ma fatti: si tratta di una misura che, per il Meis e per le altre realtà coinvolte, è segnata da una significativa operatività. A Ferrara tre lotti sono già stati finanziati, si tratta adesso di concludere un percorso che è già avviato.

Perché è importante il Meis? Quale il suo ruolo all’interno del vasto panorama museale italiano?

Perché non rappresenterà soltanto un luogo di racconto e approfondimento della Shoah, la più immane tragedia del Novecento. Il Meis sarà infatti soprattutto un luogo di racconto dell’ebraismo italiano nella sua ricchezza e nelle sue molte sfaccettature. Della sua storia, delle sue tradizioni, delle sua plurimillenaria presenza in questo paese. La cultura come ponte, la cultura per spazzare via ogni pregiudizio. Riconoscere i legami dell’ebraismo con la storia delle città italiane è infatti il modo migliore per sconfiggere antisemiti e predicatori di odio.

a.s twitter @asmulevichmoked

(2 maggio 2016)