…opportunismo

Il 21 aprile scorso l’Unesco ha approvato una mozione che, fra l’altro, definisce i Luoghi Santi a Gerusalemme. La mozione elimina dalla terminologia dell’Unesco l’espressione Monte del Tempio (in ebraico: Har Habayt) e indica la Spianata solo come al-Haram al-Sharif (in arabo: Il Santuario Nobile) e sede della moschea di al-Aqsa. La risoluzione è passata con 33 voti favorevoli (fra cui la Francia), 6 contrari (Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Estonia e Lituania) e 17 astenuti (fra cui l’Italia). Il governo francese ha poi dichiarato che si è trattato di un malinteso e che in futuro la cosa non si ripeterà. Ossia non ha detto che chiede di annullare la votazione, ma solamente che non voterà di nuovo a favore della stessa mozione (ora che è già stata votata). Il che vuol dire o essere o prendere il mondo per imbecilli. Da parte sua, l’astensione dell’Italia su una questione che riguarda le coscienze non solo di tutti o quasi tutti i cittadini italiani nella circoscrizione di Gerusalemme, ma anche di tutti gli Ebrei e di tutti i Cristiani al mondo, non è un atto ammissibile. Al di là della scelta di un certo codice linguistico ad esclusione di un altro, il voto dell’Unesco implica infatti la scelta di cancellare il legame cardinale fra Israele, la sua terra, e i Luoghi Santi, e con questo la storia degli ultimi 3000 anni. Ma anche il Cristianesimo risulta vittima di questo tentativo di cancellare la storia. La predicazione di Gesù, così ci è stato insegnato per 2000 anni, avveniva sulla Spianata del Tempio, e si rivolgeva criticamente agli ebrei. Oppure tutto il tempo ci siamo sbagliati e invece Gesù predicava (in arabo) ai Palestinesi a Haram al-Sharif? Il voto dell’Unesco appare come un evidente oltraggio alla storia, un’inutile provocazione ai danni del popolo ebraico e dello stato d’Israele, e un attentato alla pacifica convivenza fra i diversi popoli e le diverse religioni a Gerusalemme. L’astensione dell’Italia in questa votazione appare come un vergognoso atto di opportunismo politico, anche di fronte al voto negativo di molti importanti Paesi dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. Chiediamo al Governo italiano, attraverso la sua rappresentanza presso l’Unesco, di far re-inserire la dicitura “del Tempio” accanto alla definizione “Spianata delle Moschee”. Dopo; anzi, meglio se prima. Confrontiamoci con la storia onestamente e apertamente. Non è politica, è rettitudine etica.

Sergio Della Pergola, Uninversità Ebraica di Gerusalemme

(19 maggio 2016)