rispetto…

A proposito del Kohèn Gadòl è scritto: “Lo considererai sacro, perché egli offre il cibo del tuo D.o; sacro sarà per te, poiché sacro sono Io, l’Eterno che vi consacra”.
È evidente la ridondanza dei termini legati alla sacralità, in modo particolare riferita proprio alla figura del Kohèn Gadòl vive delle offerte della gente, va rispettato innanzitutto per il suo ruolo, in quanto porta i sacrifici a nome di tutti a D.o; inoltre va rispettato perché è il tramite della sacralità divina che ci insegna ad inseguire e perseguire.
Il Kethàv Sofèr spiega anche la necessità di questo insegnamento della Torà: molte volte chi fornisce all’altro i mezzi di sussistenza, sia tramite le offerte (come nel caso del Kohèn Gadòl) sia tramite stipendio, come avviene quotidianamente, si sente in qualche modo superiore all’altro, senza rendersi conto del fatto che se paghiamo il suo lavoro è perché siamo noi ad avere bisogno della sua attività. Ciò vale a maggior ragione quando il ruolo del lavoratore è di particolare rilevanza per la nostra formazione ed elevazione. È quindi dovere rispettare chi ci guida sonpiritualmente e moralmente, e non considerarlo un nostro sottoposto.

Elia Richetti, rabbino

(19 maggio 2016)