Roma – Mirella e il testimone della Memoria

setQuattro storie per rappresentare, attraverso una simbologia profonda, e scavando nel quotidiano, il drammatico impatto della legislazione razzista promulgata dal fascismo nel 1938. Si intitolata “Una giornata particolare” ed è il primo cortometraggio che vede in regia Claudio Della Seta, giornalista cui si deve la riscoperta, nel 2014, di un inedito e suggestivo patrimonio filmico, opera di Salvatore Di Segni, che ha raccontato al pubblico di Roma, Gerusalemme, Tel Aviv, Haifa, New York e Washington la vita degli ebrei italiani prima della Shoah. L’azione pionieristica dell’antenato lascia il segno anche in questa circostanza. “Una giornata particolare”, che sarà presentato questo pomeriggio alle 16.30 all’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario, ha infatti una collocazione e una origine precisa: la circoncisione del piccolo Paolo Della Seta, avvenuta nel novembre del ’31 nella casa dei nonni di Claudio, in via Bartolomeo Eustachio. I parenti del bimbo raccolti attorno al neonato, la festa dei bambini in giardino: dietro alla cinepresa, ancora una volta, Salvatore Di Segni.
Un filmato importante anche per la qualità delle immagini (è un 16 millimetri), che Claudio ha avuto in custodia dalla nipote, Daniela Di Segni, e dal pronipote, Gabriel Sagel.
Ne è scaturita una sfida: dare un nome a tutte le persone immortalate, raccontare cosa è successo nelle loro vite dall’autunno del ’38 in poi. Nella convinzione che soltanto lavorando su singole storie sia possibile capire la portata di quelle decisioni e le loro terribili ricadute.
“Soltanto tre volti sono rimasti senza nome. E tra coloro che sono stati individuati, ho voluto scegliere quattro storie particolarmente simboliche e significative. Destini diversi – dice Claudio – ma tutti segnati in modo tragico da quei provvedimenti”. Come quello di Luciano Navarro, che fu eroe della Grande Guerra oltre che funzionario di primo piano al ministero dell’Agricoltura. L’11 novembre del ’38, non riuscendo a tollerare il tradimento della patria, la patria per cui aveva combattuto, scelse di togliersi la vita.
O come quello dei coniugi Samuele Della Seta e Giulia Di Segni. Nel 1943, ritenendosi immuni dalle razzie per via della loro età avanzata, non vollero nascondersi. Catturati e deportati, furono entrambi uccisi ad Auschwitz.
O ancora quello di Claudio Fiorentini, giovane partigiano che perse la vita nel tentativo di vendicare i tanti familiari uccisi. L’aereo delle forze alleate su cui viaggiava precipitò su una montagna nei pressi di Avezzano, in Abruzzo, non consentendogli di portare a termine la missione.
“La pellicola del ’31 emana gioia e spensieratezza. Sentimenti che di lì a poco andranno perduti irrimediabilmente. La sfida di questo lavoro, che parte proprio da quel filmato, è di stabilire un rapporto empatico, arrivando al cuore di chi lo guarderà e parlando davvero il linguaggio di una Memoria viva” sottolinea Della Seta.
Tre protagonisti di quel filmato, oggi ultraottantenni, hanno varcato una nuova volta la soglia della casa di via Eustachio. Nel frattempo la proprietà è cambiata e del bel giardino interno, così rigoglioso e lussureggiante, resta solo una lontana traccia. Ma l’emozione era stampata su tutti i volti.
Enzo (Della Seta), Dario (Tedeschi) e Mirella (Fiorentini Di Segni) sono tornati per alcune ore i bambini del ’31 e, con grande naturalezza, hanno posato nelle stesse posizioni in cui erano stati ripresi 84 anni prima.
Mirella, che nel ’31 aveva due anni e mezzo, è anche la voce narrante del film. È lei a guidarci in questa sofferta rievocazione. Ed è sempre lei a consegnare il testimone del ricordo alla nipote Sonia.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(6 giugno 2016)