“Demenza digitale,
minaccia molto grave”

“Più che fenomeno di costume, la caccia globale ai Pokemon Go rischia di assumere sempre più i contorni di una vera e propria patologia e ulteriore fonte che alimenta a gocce l’oceano della violenza. Che umanità è quella che si mette alla ricerca dei celebri mostriciattoli ad Auschwitz, nei luoghi dove si consumò il più grave crimine mai commesso dall’uomo contro l’uomo? E a quali codici etici e comportamentali risponde chi, tra i dirigenti della Nintendo, permette che tutto questo accada senza porre argini e filtri?”
Così la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, rispondendo al Fatto Quotidiano.
“Bisogna dirlo con chiarezza – aggiunge Di Segni – ci sono luoghi ed eventi della storia che rappresentano la più feroce disumanità e che oggi, e per il futuro delle prossime generazioni, devono diventare punto di riferimento per rafforzare i nostri valori esistenziali. Il gioco senza confini e la demenza digitale sono una minaccia molto grave, troppo spesso sottovalutata. Ed è ancora più grave che vi sia chi, per fini commerciali, sfruttando tutte le potenzialità-fragilità di queste fasce di consumatori, non si faccia scrupoli a violare luoghi e testimonianze che dovrebbero essere dedicati a ben altro tipo di attività. Alle autorità competenti, chiedo di intervenire con fermezza per porre fine a questo abominio, ai genitori che ancora possono decidere il destino dei loro figli chiedo nelle parole di Levi, semplicemente di riflettere che questo è stato”.

(25 luglio 2016)