“Festa del Libro ebraico,
occasione per riflettere
sulla missione del Meis”

28818243204_b3c71e9381_oIn occasione dell’inaugurazione della Festa del Libro ebraico di Ferrara, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha dichiarato:

È un onore essere a Ferrara in queste ore così importanti e significative.
Una nuova Festa del Libro Ebraico, evento che è ormai un’apprezzata consuetudine nel panorama culturale regionale e nazionale. Ma anche l’intensificazione del lavoro dedicato al nascente Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, che è oggi un doppio cantiere: quello che sta portando alla costruzione fisica del grande polo di via Piangipane, grazie anche al fondamentale sostegno del governo;
il cantiere e il laboratorio delle idee dedicato alla sua organizzazione e all’elaborazione del messaggio che si vorrà diffondere all’intera società italiana; e forse anche un terzo – quello della creazione di una rete sinergica di tutti i musei ebraici – quelli che hanno già messo radici e quelli che si stanno completando e quelli che comunque pensano al loro rinnovamento.
Allora come muoversi? Vorrei condividere questo punto interrogativo con un pensiero di Amos Oz, forse provocatorio ma a mio avviso efficace:

“C’è una distorsione in ogni tradizione e animo al cui centro viene posta un’opera di “preservazione”. non siamo gli eredi di un museo e non siamo venuti al mondo per togliere con pazienza la polvere da un oggetto o per lucidare le vetrine e portare orde di visitatori che camminano sulla punta dei piedi da un tesoro all’altro. Non esistiamo solo per “preservare” la tradizione dei padri o i miracoli della natura, ricordi dell’infanzia o oggetti di culto, pena le nostre vite diventino vite dedicate al ritualismo puro. Il mondo non è un museo, non lo è neanche la natura, e non lo è neanche la cultura. E’ permesso toccare, smuovere, avvicinare, allontanare, cambiare ed imprimere il nostro essere. Tocca la pietra, Tocca ciò che è vivo, Tocca gli altri esseri umani.
(Amos Oz)

La Festa del Libro, iniziativa cui l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane è orgogliosa di contribuire, costituisce un’occasione imperdibile per mettere a fuoco gli obiettivi del MEIS in un’ottica di sempre più stretta collaborazione e cooperazione con i musei ebraici italiani e con i più importanti musei ebraici internazionali.
Quale la missione di un museo ebraico? Una domanda centrale nell’elaborazione di strategie vive di didattica, educazione, di comunicazione e coinvolgimento delle molte migliaia di persone che guardano con attesa e trepidazione a questo impegno.
E forse ancora di più: un museo che è il riflesso di un percorso che sta compiendo l’ebraismo italiano. Forse visitando e partecipando il museo capiremo dove stiamo andando.

Una dialettica intensa che nel tempo si è evoluta con riguardo a tutti i musei, quali istituzioni formatrici e non solo, appunto, conservatrici di cultura. Contenitore e contenuto: in quale spazio inserire quali contenuti e far vivere lo spessore del tempo e dei millenni trascorsi; contenuti che hanno valore intrinseco o simbolico – materiali e immateriali, concetti, personaggi e drammi che hanno popolato la nostra storia.

È il tema dell’importante tavola rotonda che avrà luogo domenica (4 settembre) e che costituisce senz’altro una delle tappe più significative, sia della Festa che di questo intenso lavoro di approfondimento che coinvolge su vari piani istituzioni, enti ebraici e il fior fiore della cultura italiana.

Quindi la nostra macro sfida è quella di conoscere e sapere per “essere”.
Una sfida nostra ebraica come minoranza
Nostra come italiani.
Nostra come Europa già lacerata.

In questi tempi difficili in cui l’esistenza fisica e culturale dell’Europa è minacciata da forti e violenti attacchi la cultura e la condivisione della plurimillenaria storia ebraica in questo paese, segnata da alterni destini, ma comunque sempre radicata nel territorio, rappresenta un bene (o il più) prezioso per l’intera società italiana e fondamentale presidio contro ogni forma di dilagante odio, violenza e divisione.

È traendo forza da un’antica storia e profonde radici che si è convinti di poter trasmettere così tanto e lanciare un museo – dei musei – che guardano al futuro.

A tutti coloro che sono assieme a me, e a noi tutti, convinti di questo progetto sin dall’inizio, e a tutti coloro che si sono adoperati per questo Museo va il nostro ringraziamento.
A chi lo ha da sempre seguito come UCEI – Renzo Gattegna, al Presidente Dario Disegni, al neo direttore Simonetta della Seta, a tutti i membri del Consiglio di amministrazione, all’Architetto De Francesco, agli esperti e lo staff scientifico e certamente al Governo italiano e al Ministro Franceschini.

Continuiamo quindi sempre su questa strada, facendo del MEIS e di questa Festa del Libro un punto di riferimento sempre più imprescindibile per tutti quei cittadini che condividono l’importanza di valori universali quali cultura, memoria e dialogo.

Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

(4 settembre 2016)