Risate dalle lacrime

Valerio-Fiandra 2 “Laughters From Tears” (“Risate Dalle Lacrime”). Così si sarebbe dovuto intitolare un Festival che avevo ideato con Annamaria Percavassi e Cristina Sain, anni fa a Trieste: una serie di film e concerti, incontri e un convegno internazionale dedicati alla grande tradizione letteraria, teatrale, cinematografica e musicale del mondo Yiddish. Non se ne fece nulla, come troppo spesso capita a Trieste. Ma quel titolo mi è tornato di colpo in mente mentre chiudevo la copertina di È solo un cane (dicono), il libro scritto da Marina Morpurgo da oggi in libreria per le Edizioni Astoria. Proprio così: sorrisi e smorfie, risatone e lagrime emanano da questa storia vera che sembra una favola, dove la vita e la morte si prendono a schiaffi e carezze.
Tutto comincia quando Blasco si ammala gravemente. È un cane, certo – scrive Morpurgo – ; è solo un cane – le dicono tutti e cerca di convincersi pure lei. Ma è il mio cane, sbotta infine, il mio bellissimo compagno di vita, il mio eroe! E cerca di spiegare con parole comuni la speciale relazione che chiunque di noi abbia avuto la benedizione della compagnia di un animale conosce molto bene. E così, per raccontare la storia della malattia, Marina Morpurgo – giornalista, traduttrice (sue, fra le altre, le versioni italiane di Israel J. Singer e di sua sorella Esther Kreitman Singer, oltre che della serie di Agatha Raisin), e autrice di libri che spaziano dalla letteratura per ragazzi ai testi di impegno civile – decide di raccontare la storia di Blasco, nato a Gambassi Terme, in provincia di Firenze, l’11 marzo 2008. Proprio nello stesso luogo dove, nel 1943, rischiò di morire – ma riuscì a sfuggire ai nazifascisti – la famiglia dei suoi nonni; e con la loro figlia maggiore, Cecilia, che sposerà più avanti un Morpurgo, ed è la mamma di Marina.
È questa connessione misteriosa ma fattuale che porta allora il libro ad intrecciare la storia di famiglia alla Storia d’Italia, alla storia degli ebrei e a quella di Blasco. La vita dei Bassani è difficile, ci sono pericoli e minacce ma anche brava e buona gente, veri Giusti – che siano o no adeguatamente ricordati, come Morpurgo invece sa fare con gratitudine ma senza sdolcinature.
Ma è Blasco il can-rouge, il padrone di È solo un cane (dicono): le sue disavventure – fra farmaciste troppo deboli di cuore e occhiuti passanti, infermiere innamorate e oncologi da telefilm americano – sono appassionanti e vitali, vere lezioni di buon comportamento per noi umani che quando ci ammaliamo…
Perché Blasco è un cane senziente, ovvio: ascolta, parla, scrive. Al racconto della sua malattia narrata dalla sua padrona (lui però la chiama alternativamente ‘Pupa’ o ‘la mia infermiera’) è lui stesso che fa il controcanto, raccontando da par suo la sua vicenda, e soprattutto le ansie della povera mortale consapevole di esserlo che è la sua Marina.
Leggere questo libro è curativo, istruttivo: dispensa allegria, fornisce informazioni storiche e fa ragionare.
Solo un cane? Non scherziamo, ma scherziamoci sopra !
( Il libro, che è corredato da foto inedite e belle della famiglia – e di Blasco -, sarà presentato dai suoi autori martedì 18 ottobre, ore 18.30, alla Libreria Cento Fiori di Piazzale Dateo, a Milano).

Valerio Fiandra

(6 ottobre 2016)