Kippur…

Il Giorno del Pentimento (Yom Kippur) assolve dalle colpe di fronte a Dio, ma non di fronte alla persona offesa, fin quando non si ottiene prima il perdono esplicito dalla persona stessa (Yoma 89 a).
Colui che restituisce il maltolto prima di presentare l’offerta espiatoria, è perdonato; se presenta l’offerta prima di restituire il maltolto, non viene perdonato (Mishnah baba kamma 9, 12).
A chi va oltre se stesso e perdona il suo prossimo, verranno perdonati tutti i peccati (Rosh HaShanah 17a).
Uno sacrifica un bue e poi uccide un uomo, uno immola una pecora e poi strozza un cane, uno presenta un’offerta e poi versa sangue di porco, uno brucia incenso e poi venera l’iniquità. Costoro hanno scelto le loro vie, essi si dilettano dei loro abomini (Isaia 66, 3).
Alla vigilia del Giorno del Perdono (Yom Kippur) è doveroso rappacificarsi con il prossimo e chiedere perdono dei propri peccati direttamente alla persona verso la quale si ha commesso una colpa. E’ doveroso concedere il perdono al prossimo. Se tu dunque stai per presentarti davanti all’altare nel Giorno del Perdono (Yom Kippur), e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, non presentarti davanti all’altare nel Giorno del Perdono (Yom Kippur) e va’ prima a riconciliarti con tuo fratello; poi torna e presentati davanti all’altare nel Giorno del Perdono (Yom Kippur) (Yomah 87a/b).
Chi dice: “Peccherò e poi mi pentirò nel Giorno del Perdono (Yom Kippur)”, il Giorno del Perdono non espia (Yomah 89a).
Gradirà il Signore le migliaia di montoni e torrenti di olio a miriadi? Gli offrirò forse il mio primogenito per la mia colpa, il frutto delle mie viscere per il mio peccato? Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio (Michea 6, 6-8).

Paolo Sciunnach, insegnante

(10 ottobre 2016)