Arte ed ebraismo a Roma
I divieti e l’uso dei simboli

20161103_093117È iniziato con un commosso omaggio e un minuto di silenzio in memoria di Tina Anselmi il convegno “Immagini vietate o permesse? Arte ed ebraismo a Roma”, in corso al Centro Bibliografico “Tullia Zevi” dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. 
La giornata di studi, che si propone di illustrare e approfondire l’arte ebraica attraverso numerosi focus ed excursus storici, con particolare attenzione ai beni culturali ebraici nel nostro Paese, è stato aperto da un saluto del Segretario Generale UCEI Gloria Arbib, che ha ricordato la figura della prima donna ministro in Italia, presidente della commissione per i beni razziati agli ebrei italiani durante la seconda guerra mondiale. Introducendo i lavori, Arbib ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra Unione e Comunità ebraica di Roma, che hanno lavorato a braccetto nella realizzazione del simposio e che collaborano positivamente su più fronti.
 Ha poi preso la parola lo psicanalista David Meghnagi, Assessore alla Cultura dell’UCEI, che ha speso parole di encomio per l’appuntamento ideato e coordinato da Raffaella Di Castro con la collaborazione del comitato scientifico composto da Fiorella Bassan, Giorgia Calò, Miriam Haiun e Claudio Procaccia. Sottolineando l’importanza del tema, e dandone una lettura in chiave freudiana e psicanalitica. “L’ebraismo”, ha detto Meghnagi, “si è sempre confrontato con l’obbligo di non rappresentare, con il divieto dell’idolatria, e con la possibilità di esprimersi attraverso i simboli, un passaggio estremamente importante”. 
È seguito l’intervento dell’Assessore ai Beni Culturali dell’UCEI Gianni Ascarelli, che ha ribadito l’importanza della collaborazione tra Unione e CER, anche sotto il profilo dei beni culturali e museali, sottolineando il pregio e il valore delle opere del Museo Ebraico di Roma. Ha chiuso il ciclo di saluti istituzionali Giorgia Calò, Assessore alla Cultura della CER, che ha illustrato i tanti contenuti della giornata, che spaziano dalle catacombe ebraiche all’arte moderna e contemporanea, dall’architettura all’arte israeliana. “Quest’ultima”, ha proseguito Calò, “di estremo interesse, in particolare negli ultimi anni, e che per la maggior parte non è arte religiosa, provenendo infatti da una società profondamente laica come quella israeliana.” 
A margine del convegno è stata allestita una mostra di ketubboth, i contratti matrimoniali ebraici, provenienti dal fondo del Centro Bibliografico, e in particolare dall’archivio della Comunità ebraica di Senigallia. Una esposizione piccola ma significativa, al centro di un intervento tenuto in mattinata dalla responsabile delle attività culturali del Centro ebraico Il Pitigliani Micaela Vitale.
I lavori della giornata sono divisi in quattro diversi panel. Il primo, moderato da Cinzia Vismara, ha visto intervenire Elsa Laurenzi (“Immagini degli Ebrei nell’impero romano: catacombe, sinagoghe, reperti”), Cesare Terracina (“Il mondo ebraico nell’espressività artistica dal Rinascimento al Barocco”) e appunto Micaela Vitale (“Iconismo e decorativismo nelle ketubboth dell’Ucei-Centro Bibliografico: il caso di Senigallia”). 
Nel secondo Olga Melasecchi ha moderato gli interventi di Sergio Amedeo Terracina (“Arte negli spazi liturgici dalla Sinagoga di Ostia antica oggi”) e di Rav Riccardo Di Segni (“Le immagini all’interno del Riquadro Israelitico del Cimitero monumentale del Verano: integrazione o assimilazione?”). 
In corso nel pomeriggio due ulteriori sessioni. La prima, moderata da Fiorella Bassan, prevede gli interventi di Olga Melasecchi (“Il Museo Ebraico di Roma”), Valentina Filice (“Il soffitto dipinto da Emanuele Luzzati per l’Ucei-Centro bibliografico tra tradizione e innovazione”) e Giorgia Calò (“Roma-Tel Aviv. L’immagine nell’arte contemporanea da Georges de Canino a Tsibi Geva”).
La seconda, coordinata da Pippo Ciorra, con interventi di Adachiara Zevi (“‘Arte in memoria’ e ‘Memorie d’inciampo’: tra centralità e dispersione”) e Gianni Ascarelli (“Il contributo ebraico all’architettura contemporanea”).
La giornata si concluderà con una tavola rotonda, dal titolo “Esiste un’arte ebraica?”, moderata da Claudio Procaccia, condotta da Fiorella Bassan, Raffaella Di Castro, Amedeo Spagnoletto e Davide Spagnoletto. 
Il pubblico potrà approfondire ulteriormente il tema della giornata, con una visita domenica prossima al Museo ebraico di Roma organizzata nell’ambito del convegno.

Marco Di Porto

(3 novembre 2016)