I leader ebraici al neo presidente
“L’America ritrovi la sua unità”

Esaurite le polemiche, le conflittualità, gli aspri scambi di una campagna elettorale mai così violenta, adesso è il momento dell’unità. Una ferma richiesta pronunciata dalle diverse anime dell’ebraismo statunitense.
Leader di comunità, opinion leader, rabbini. La richiesta di cooperazione corre sulla rete.
Unità, collaborazione, rispetto del legittimo risultato delle urne. Sono in tanti a sottolineare l’importanza di voltare pagina anche tra chi si dice “atterrito” (e non sono pochi) per la retorica di Trump e dei suoi sostenitori.
Appena qualche settimana fa, quaranta rabbini ortodossi avevano firmato una lettera aperta di condanna della “politica di intolleranza” espressa dal candidato repubblicano. E, come è abbastanza noto, gran parte dell’elettorato ebraico americano ha votato per Hillary Clinton (70 per cento, secondo un sondaggio diffuso nella giornata di ieri). Ma questo non impedisce di guardare in faccia la realtà.
Tra gli altri l’American Jewish Committee, attraverso il proprio direttore esecutivo David Harris ha rivolto a Trump il seguente messaggio: “La democrazia americana ha parlato, al termine di una lunga e combattiva campagna elettorale. Ci rivolgiamo a lei, presidente Trump, mentre si prepara ad assumere l’incarico più importante del pianeta. Le inviamo le nostre congratulazioni e al tempo stesso ci auguriamo che ogni forma di bigottismo ed esclusione, già emerse durante questa campagna, non abbiano a corrodere l’impianto pluralistico della nostra nazione”.
L’Anti Defamation League, che più volte aveva criticato Trump negli scorsi giorni, nel felicitarsi con il neo presidente ha espresso la speranza che lo stesso adesso agisca per favorire la riconciliazione tra le diverse anime del paese. Gli Stati Uniti, si legge in una nota, devono infatti restare “una terra di opportunità economica e libertà personale per tutti, a prescindere dal sesso, la razza, la classe sociale, la fede, l’etnia, l’orientamento sessuale, le preferenze politiche”. Simili i toni usati dalla Conference of Presidents of Major American Jewish Organizations in un messaggio.
Si rafforza intanto la presenza ebraica alla Camera dei rappresentanti, uno dei due rami del Congresso. Ventitré unità rispetto alle 21 del precedente mandato. Ventuno rappresentanti sono stati eletti con il Partito Democratico (erano 18), due invece i repubblicani. Per questi ultimi, un raddoppiamento rispetto alla precedente unità.

a.s twitter @asmulevichmoked

(10 novembre 2016)