…Trump

La domanda se l’elezione di Trump sia un bene o un male “per noi” sembra aver contagiato un po’ tutti. In genere si tratta di un witz ebraico, ma ora la cosa sembra estendersi in modo imbarazzante. Ma “Noi” chi? Il popolo contro “i poteri forti”? Non scherziamo per favore. Le schiere di fedelissimi di Trump che fino a 48 ore fa non esistevano proprio mi sembrano la materializzazione della “maggioranza silenziosa” descritta da Montanelli, ipocrita e opportunista massa di amici del vincitore, conformista in maniera così programmatica da pensarsi alternativa. La verità è, mi sembra, che questa campagna l’hanno persa un po’ tutti. La democrazia americana, che elegge un presidente con meno voti della sua rivale. Il sistema dei media, che non ha saputo interpretare la forza dei messaggi del populismo. Le donne, che mi pare non abbiano saputo utilizzare al meglio lo strumento del voto per iniziare una rivoluzione solo annunciata. I repubblicani, che hanno dovuto applaudire obtorto collo a un personaggio che non li rappresenta. E – più che la Clinton – Obama, che in otto anni non è riuscito a dare un carattere di vera svolta e non ha creato le condizioni per assicurare continuità al suo lavoro. Oggi tutti confidano sulla grande capacità dell’amministrazione presidenziale americana, che anche in passato è riuscita a far passare per accettabili presidenti che non lo erano. Speriamo che sia così, perché il mondo in cui viviamo è complicato, e le parole utilizzate in questa lunga campagna elettorale dal nuovo comandante in capo non sono propriamente rassicuranti e ci raffigurano un uomo impreparato, arrogante, sessista, imprudente.

Gadi Luzzatto Voghera, storico

(11 novembre 2016)