Oltremare – Fuori porta

fubiniQuando ci lamentiamo che Israele è un paese così piccolo che in poche ore di macchina si possono raggiungere le sue estremitá e propaggini più lontane, dovremmo ricordarci di tutte quelle volte che abbiamo cercato una gita fuori porta e l’abbiamo trovata senza fare nessuna fatica. Israele ha una rete di parchi nazionali che fa impallidire persino una come me, che ha passato l’infanzia a rincorrere stambecchi sul Gran Paradiso in Val d’Aosta. Parchi piccoli, nella maggior parte, ma tutti molto ben tenuti e segnalati. Si entra sempre attraverso un passaggio con sbarra, si riceve con il biglietto un dépliant e la mappa del parco e spiegazioni di ogni punto di interesse e pietra di archeologica rilevanza. Questi parchi appartengono alla stessa mentalitá, fortemente zabar, del Shvil Israel, quella striscia camminabile che a volte prende la forma di un sentiero, a volte di una autostrada della camminata, a volte di un lungomare di sabbia chiara, e che collega l’estremo nord di Israele con Eilat: sono egualmente utilizzati da ogni famiglia israeliana come il giardino di casa.
Chi direbbe mai che lungo il litorale, pochi chilometri a nord di Tel Aviv, e per giunta praticamente dentro ad un quartiere residenziale di Herzliya, si trova un parco nazionale con almeno due fonti di interesse e sicuri selfie? Si chiama Apollonia, fortezza crociata con tanto di vallo, acquedotto, punti di vedetta. E le due selfie fondamentali sono: la prima con il mare verde e blu giu’ in fondo al breve dirupo. Un mare di colori quasi surreali e non mediterranei. La seconda naturalmente in cima alle rovine della fortezza, con le figure dei crociati a grandezza naturale in divisa da crociati, oppure con le piramidi di pietre arrotondate pronte per essere lanciate contro i mammalucchi assedianti. Poi a seconda della stagione c’e’ chi scende a fare un bagno giu’ sotto alla fortezza, anche se la spiaggia non sarebbe accessibile e a tratti e’ proprio vietato l’accesso, ma si sa, noi israeliani abbiamo poca dimestichezza con la parola “vietato”.

Daniela Fubini, Tel Aviv twitter @d_fubini

(12 dicembre 2016)