“Cimitero ebraico di Mantova,
una verifica è fondamentale”

“Indipendentemente da qualsiasi progetto si vorrà effettuare, è fondamentale una verifica preliminare della presenza di antiche sepolture nel sottosuolo nell’area di San Nicolò e una conseguente valutazione sul da farsi attraverso una discussione tra le diverse autorità competenti. Tengo a precisare però che la Comunità ebraica non ha comunque alcun diritto legalmente valido sull’area, quindi qualsiasi richiesta di ‘restituzione di proprietà’ è da ritenersi inesigibile. La richiesta dei rabbini israeliani si conferma quindi, almeno in questi termini, piuttosto assurda”.
Torna a parlare Emanuele Colorni, presidente della Comunità ebraica mantovana. E torna a confrontarsi sulle richieste avanzate da un gruppo di rabbini israeliani e statunitensi guidati da rav Shmaya Levi che, negli scorsi giorni, in visita a Mantova, hanno reclamato l’antico cimitero ebraico locale di San Nicolò (da non confondere con quello attualmente in uso nel quartiere di San Giorgio) perché vi sarebbe seppelliti illustri Maestri e cabalisti del passato.
“Per tutto il mondo ebraico è fondamentale che quella terra ritorni ai suoi legittimi proprietari” ha affermato rav Shmaya prima di incontrare il sindaco Mattia Palazzi e altri esponenti dell’amministrazione comunale. Incontro propedeutico a una richiesta ufficiale in questa direzione.
Rovistando tra le carte dell’archivio, il presidente ha intanto ritrovato un documento ufficiale che attesta la cessione del cimitero di S.Nicolò da parte della Commissione Israelitica all’erario militare austriaco (scrittura del 3 agosto 1857 a rogito del notaio Quintavalle). In un altro documento del 1873 si attesta invece la proprietà del terreno “al Regio erario civile”.
“Qualsiasi siano i risultati delle verifiche che andranno disposte – afferma Colorni – è importante prestare attenzione alle parole e ai termini che vengono usati. Non stiamo infatti parlando di espropri forzosi o di sottrazione indebita di terreni ma di ben documentata vendita da parte della Comunità ebraica all’autorità pubblica.

(13 dicembre 2016)