Voci dagli insediamenti: “Vogliamo raccontarci
perché il pubblico sappia chi siamo”

Schermata 2017-01-15 alle 18.47.24Il 2017, si legge nella descrizione del video su youtube di “Talk17”, è un anno importante per Israele. Segna i 50 anni dalla guerra dei Sei giorni e i 100 anni dalla dichiarazione Balfour. “Ma 50 anni dopo, vediamo lo stesso messaggio presentato al pubblico rispetto alla vita in Giudea e Samaria o West Bank, e pensiamo sia arrivato il momento che le persone conoscano effettivamente chi vive qui”. Come? Attraverso una serie di incontri ripresi e pubblicati online che richiamano la celebre formula dei Ted Talks: un oratore sul palco – in questo caso del Regional Center for performing arts dell’insediamento di Ariel – , un pubblico davanti, 15 minuti di tempo per sviluppare la propria idea. E l’idea è raccontare la vita negli insediamenti, sia sul fronte ebraico sia su quello arabo.

Il programma è sostenuto dall’American Friends of Ariel, noprofit statunitense che sostiene l’insediamento di Ariel. Secondo direttore dell’organizzazione, Avi Zimmerman, bisogna contrastare la tendenza dei sostenitori di Israele a rispondere parlando delle spiagge del paese o dell’high tech di fronte a chi critica il modo di trattare i palestinesi. Per Zimmerman, scrive il Forward, i sostenitori di Israele non aiutano la causa evitando di parlare della Cisgiordania. Invece la questione degli insediamenti dovrebbe essere a suo avviso al centro del dibattito. E per portarcelo, è stato ideato il ciclo di conferenze Talk17, che si propone di raccontare la vita quotidiana nella West Bank. La serie di conferenze vuole coprire diversi argomenti, tra cui i mezzi di comunicazione, l’ambiente, la religione, le relazioni tra israeliani e palestinesi in Cisgiordania, il diritto internazionale e le alternative ad una soluzione ai due Stati, che potrebbero comportare l’evacuazione su larga scala di chi vive negli insediamenti.
Come ricorda il Forward, tra i relatori di questi Ted Talks alternativi, vi sono, Gershon HaCohen, generale israeliano che ha comandato il ritiro dagli insediamenti di Gaza nel 2005, e ora mette in guardia le autorità israeliana rispetto all’evacuazione dalla Cisgiordania, che porterebbe – secondo il generale – a una salita verso il potere da parte di Hamas nell’area; Yehuda HaKohen, un attivista che si oppone alla soluzione dei due Stati, e ritiene che israeliani e palestinesi possano vivere in pace insieme, se capiscono le rispettive narrative; e Amal Medlij, uno studente arabo presso Ariel University, che ha tenuto un discorso definito dal Forward “sorprendentemente sincero sulle discriminazioni che gli studenti arabi subiscono dalla sicurezza di Ariel”.
“Zimmerman – continua il quotidiano ebraico americano – ha spiegato di aver invitato relatori provenienti da tutto lo spettro politico, anche quelli che non sono d’accordo con una presenza israeliana in Cisgiordania (tra questi Abraham B. Yehoshua, intervistato dal gruppo Talk17), ma molti hanno rifiutato”. Anche per gli oratori palestinesi ci sono state molte difficoltà, a causa delle pressioni della leadership e di altri palestinesi perché gli invitati non partecipassero.
Il progetto per il momento non ha raccolto molto pubblico come dimostrano le poche visualizzazioni ma la questione degli insediamenti è effettivamente un tema centrale rispetto al futuro di Israele e del rapporto con i palestinesi.

Daniel Reichel