Quando in fiera trovi lo stand del Mossad

cropped-ExhibitLa guerra per la sicurezza informatica ha portato anche il Mossad e lo Shabak (Shin Bet), emblema della segretezza, a partecipare a uno degli eventi più noti (e pubblici) del hightech israeliano: la fiera sulla cybersecurity di Tel Aviv. A spiegare ai giornalisti il perché di questa scelta, Haim Tomer e Erez Kreiner, ex funzionari delle due agenzie di intelligence israeliane. Per il Mossad, la presenza a Cybertech (tenutasi a fine gennaio), è stata una prima assoluta mentre per lo Shabak si è trattato del secondo gettone. Secondo Tomer e Kreiner la partecipazione delle due agenzie alla fiera è il segno più evidente di come vi sia un cambiamento nella lotta alla criminalità online: per riuscire a far fronte alle sfide poste dagli hacker, spiegano, è sempre più necessaria una sinergia tra Paesi, industrie private e agenzie di intelligence.
Come rileva il Times of Israel, il 2015 è stato l’anno in cui la vulnerabilità dei sistemi informatici ha raggiunto i livelli più alti rispetto agli anni 2000, almeno stando a un rapporto pubblicato da Cisco System. Gli attacchi sono diventati molto più sofisticati e ogni grande azienda monitorata all’interno del report di Cisco era bersaglio in un traffico dannoso di informazioni. “Le cose si tanno muovendo molto più velocemente di quanto chiunque potesse pensare – ha spiegato il Ceo di Cisco Chuck Robbins durante la conferenza Cybertech – stiamo attraversando una trasformazione tecnologica profonda, tanto che non so se nella nostra vita assisteremo ancora a qualcosa di simile. I 2016 è stato un pinto di svolta enorme nel mondo della connettività”.
Per Robbins così come per Tomer e Kreiner, la rapidissima evoluzione del settore tecnologico ha portato con sé un altrettanto rapido perfezionamento della cybercriminalità, di cui al momento vediamo solo la punta dell’iceberg (si pensi agli attacchi che lo scorso anno hanno messo in difficoltà diverse grandi aziende americane come Netflix). Per questo è necessario che la competitività lasci spazio alla collaborazione, affermano i tre esperti, tra privati ma anche tra agenzie di intelligence. Basti pensare che la cybersecurity, spiega un rappresentate dello Shabak al Times of Israel, occupa il 25 per cento del lavoro del servizio di sicurezza interno israeliano. Da qui anche l’apertura del Mossad al pubblico: al Cybertech di Tel Aviv si poteva anche compilare un formulario per proporre la propria candidatura.

(5 febbraio 2017)