…ebraismo

Siamo ‘ivrim, migranti per definizione, oggi come sempre; siamo ‘passati dall’altra parte’ del fiume, e continuiamo da secoli a valicare infiniti confini, a spostarci, fuggiaschi, che vuol dire in cerca di rifugio. Come si fa, noi più di altri, a non fermarsi a meditare su chi non ha luogo e non ha tempo?
Per sentirci parte del popolo ebraico, la sera di Pesach dobbiamo introiettare, ciascuno di noi, la schiavitù d’Egitto. Ma forse una volta l’anno non è sufficiente a liberarci del peso della schiavitù nostra e altrui. Lo spirito del nostro ebraismo va forse respirato giorno per giorno, nelle nostre azioni come nel nostro pensiero, anche quando farlo costa caro ai sentimenti.

Dario Calimani – Università Ca’ Foscari Venezia

(14 febbraio 2017)