…identità

Ho riletto recentemente, dopo venticinque anni, Se non ora quando?, il romanzo scritto da Primo Levi nel 1982. Devo dire che non mi ricordavo che fosse così bello. È impressionante come le problematiche che tratta siano ancora attuali e aperte, come la sua narrazione dischiuda un mondo che in Italia è ancora sconosciuto ai più, quello dei partigiani ebrei, della Resistenza ebraica, dei sionisti polacchi e russi. Le cose che racconta consentono ancor oggi agli ebrei italiani, tanto vicini ad Israele, una forte immedesimazione. E ciò, nonostante Levi venisse, come sappiamo, da un mondo laico e integrato, in cui l’identità ebraica era sì accarezzata e protetta, ma derivava dalle memorie famigliari, dalla propria storia in quanto ebrei, non dalla terra. Un universo in cui l’identità precipua dell’ebreo, quella che lo rendeva particolare e prezioso, derivava dall’esser minoranza, dal vivere nella diaspora, tra i mondi. Ma anche ora che a pensarla così siamo sempre meno, il libro è prezioso per tutti, per i non ebrei come per gli ebrei che non possono non ritrovarvi tanta parte della loro anima.

Anna Foa, storica

(10 aprile 2017)