cuore…

“Il mio cuore è in oriente ed io sono all’estremo occidente: come potrei gustare quanto mangio, come gradirlo? […]”.
Basterebbero queste parole per sentire sottopelle il dolore di Yehudà Halevi (1075-1141) lontano dalla terra di Israele che lui descriveva schiava nei “ceppi di Edom” mentre lui stesso era tra le “catene di Arabia.”
In questi giorni nei quali le catene del fuoco distruttore attanagliano e fagocitano le terre del Vesuvio, della penisola sorrentina, della Sicilia, della Calabria, del Molise, della Puglia e della Sardegna, il mio cuore è ad occidente ed io sono in oriente, piangendo il dolore di radici che bruciano.
Ed altro, guardando il fumo della follia umana, non saprei dire.

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino

(14 luglio 2017)