Un nuovo rabbino per l’Italia
Rav Piperno, mazal tov!

Una settimana intensa questa al Collegio rabbinico italiano. Dapprima gli esami annuali dei diversi corsi, quello medio (Maskil e Bagrut) e il corso superiore, in cui numerosi allievi e allieve hanno sostenuto con successo e in alcuni casi molto brillantemente le prove scritte e orali; poi il titolo di Bagrut assegnato a Grazia Gualano e infine, ieri, il titolo di Chakham (Rabbino Maggiore) a Gadi Piperno, dopo un lungo esame orale durato tutta la giornata a coronamento di un percorso impegnativo di diversi anni. Alla presenza della commissione composta dal direttore rav Riccardo Di Segni, da rav Alberto Piattelli, rappresentante della Presidente dell’Ucei, da rav Alfonso Arbib, membro della consulta rabbinica, e dai docenti di Talmud e Halakhà i rabbanim Gad Eldad, Beniamino Goldstein e Ron Klopstock, Gadi ha esposto i libri biblici di Ezrà e Nechemià, da lui scelti per l’esame finale, evidenziando fra l’altro alcune analogie fra il ritorno a Sion dopo l’esilio babilonese e il movimento sionista del Novecento, per passare poi alla discussione di un brano del Talmud del trattato di Ketubbot riguardo ai diritti della moglie. A seguire l’esposizione di risposte su quesiti halakhici posti al candidato una settimana prima sulle regole dello Shabbat, sul diritto matrimoniale e su alcune complessità poco note del divieto di prestare a interesse. Dopo la pausa pranzo ci si è avviati alla conclusione dell’esame, alla presenza di numerosi ospiti nel frattempo sopraggiunti, parenti, amici e autorità, fra cui la presidente dell’Ucei Noemi Di Segni, la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, il direttore del Progetto Talmud Clelia Piperno, il decano dei rabbini italiani rav Vittorio Chaim Della Rocca e suo figlio rav Roberto Della Rocca, direttore del Dec, in cui Gadi svolge un ruolo fondamentale soprattutto per l’ebraismo del sud-Italia, e Riccardo Pacifici, attualmente presidente del Bet Michael, il bet hakeneset che Gadi ha guidato per diversi anni. La sessione pomeridiana è iniziata con la discussione della Tesi, dedicata a rav David Pardo, una delle glorie rabbiniche dell’ebraismo italiano dei secoli scorsi; Gadi ha poi esposto alla commissione cosa si proporrebbe di fare per individuare e risolvere le criticità dell’ebraismo italiano e infine si è cimentato in una prova di derashà, discorso pubblico, sul divieto della maldicenza, rilevando quanto sia importante parlarne oggi, in un momento in cui i social network alimentano a dismisura questo problema.

Gadi ha ricevuto il massimo dei voti, 110/110 con una speciale menzione per la Tesi. Chazaq weematz! “Che tu possa studiare e insegnare, osservare e mettere in pratica e rendere grande la Torah”.

Gianfranco Di Segni, coordinatore del Collegio rabbinico italiano

(20 luglio 2017)