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Esther Loewy Bejarano

milanoEsther Loewy Bejarano nasce il 15 dicembre 1924 a Saarlouis, in Germania. Papà è cantore e la educa alla musica, facendole studiare anche pianoforte. Nel 1936 la famiglia si trasferisce a Ulm e progetta l’emigrazione in Palestina, ma con il progressivo aggravarsi della situazione in Germania non riesce a partire e nel 1941 i genitori di Esther vengono imprigionati e uccisi e Kovno.
Nello stesso anno il Landwerk Neuendorf – in cui è stata inserita Esther – viene trasformato in campo di lavoro coatto. La giovane donna vi resta fino al 1943, quando verrà trasferita al campo di raccolta in Grosse Hamburger Strasse a Berlino e di qui ad Auschwitz. Quando le giunge voce che ad Auschwitz è stata costituita un’orchestra femminile, chiede di poter fare un’audizione, ma purtroppo all’ensemble non serve una pianista. E così la direttrice le mette in braccio una fisarmonica e le chiede di suonare una canzone allora molto in voga: “Du hast Glück bei den Frauen, Bel Ami”.
Esther muove le dita sui tasti, non è difficile riprodurre la melodia ma certo è ben più complesso trovare i bassi, creare gli accordi. Chissà come, però, ci riesce; la sua esecuzione piace e il posto di fisarmonicista nell’orchestra femminile è suo.
Esther viene poi trasferita a Ravensbruck e qui destinata al lavoro coatto per la Siemens. Resiste, fino alla fine della guerra, fino alla marcia della morte che conduce il suo gruppo verso nord, verso il Mar Baltico. Ed è in quel cammino di tortura che a un tratto incontra una truppa americana. A loro racconta di Auschwitz e dell’orchestra. Un americano si allontana e torna poco dopo con una fisarmonica: “Suona, la guerra è finita”. I soldati e quelli che hanno ancora un briciolo di forza si mettono a ballare; Esther celebra la vittoria e la rinascita con la sua fisarmonica e non smetterà di farlo per tutta la vita.
Nei primi anni ’80 fonda con i figli Edna e Yoram il gruppo Concidenza, che esegue canzoni del ghetto, repertorio in yiddish e brani antifascisti. Nel giugno 2009, a 85 anni, fa uscire l’album “Per la Vita”, il cui il trio di famiglia collabora con il gruppo rap tedesco Microphone Mafia.
E a chi le chiede come possa alla sua età, ancora oggi, continuare a salire sul palco per suonare e cantare, risponde: “Sono vissuta nel Lager suonando e suonare è l’unico modo che conosco per raccontare il Lager”.
Una bella lezione sul senso profondo della musica e della sua capacità di parlare, a tutte le generazioni.

Maria Teresa Milano

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