Qui Milano – Giornata dei Giusti
“Il bene, arma contro i fanatismi”

Il capo yazida Hammo Shero che si prodigò a salvare gli armeni durante il genocidio del 1915; il console cinese a Vienna Ho Feng Shan che aiutò gli ebrei perseguitati dai nazisti a trovare rifugio a Shanghai; Daphne Vloumidi, albergatrice greca, e Costantino Baratta, pescatore siciliano, che nel loro piccolo si sono spesi per aiutare i profughi provenienti dalla Siria e dalla Libia. A loro sono stati dedicati i quattro nuovi alberi del Giardino dei Giusti di Milano: al Monte Stella si è infatti tenuta ieri la cerimonia organizzata dall’Associazione Giardino dei Giusti di Milano (composta dal Comune di Milano, da Gariwo e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) in loro onore e per celebrare la Giornata dei Giusti dell’Umanità. “Da Aleppo a Lampedusa, per poi andare indietro nella storia del Novecento, i giusti insegnano che è sempre possibile fare qualcosa”, ha sottolineato il presidente di Gariwo Gabriele Nissim durante l’incontro tenutosi invece a Palazzo Marino, nel corso del quale sono state consegnate le pergamene per coloro che entrano a far parte del Giardino Virtuale. “Milano è una comunità che rende merito a chi fa del bene agli altri. Quella di oggi è una commemorazione europea che ha ricevuto il suo impulso proprio da Milano: da quest’anno è diventata una solennità civile nazionale”, le parole del sindaco Giuseppe Sala al Monte Stella, dove erano presenti molti studenti di istituti milanesi, tra cui i ragazzi della Scuola ebraica di Milano. “Il nostro antidoto alle divisioni e alle lotte sociali – ha affermato Sala rivolgendosi soprattutto ai giovani – deve essere l’accoglienza e la tolleranza. La politica deve essere in prima linea per dire no al fanatismo”. “Ricordare il coraggio morale di quanti vennero in soccorso delle vittime ha un grande significato. – il messaggio del vicepresidente UCEI Giorgio Mortara in riferimento in particolare a chi scelse di sfidare il nazifascismo e aiutare i perseguitati – Mostra che gli esseri umani in ogni circostanza, se ascoltano la loro coscienza, hanno la possibilità di ergersi contro il male. Non c’era luogo durante gli anni della Shoah, come Moshe Bejski osservò ripetutamente, dove l’azione degli uomini avrebbe potuto spingere la storia in un’altra direzione. Di fronte a un momento di crisi di valori è doveroso ricordare i giusti che sono quei cittadini che non si fanno omologare nei tempi oscuri dell’umanità e che rappresentano un esempio concreto per la prevenzione di ogni forma di persecuzione razziale, sociale o politica”.
Nel suo intervento Sala ha ricordato la storia delle quattro figure celebrate quest’anno al Giardino dei Giusti: Ho Feng Shan, console cinese a Vienna, dopo l’annessione dell’Austria alla Germania nel 1938, fornì agli ebrei i visti di espatrio permettendo la loro salvezza, mentre tutti gli altri corpi diplomatici li rifiutavano. Al console cinese è stat dedicata in queste ore anche una piazzetta di Milano, nella zona di via Sarpi e lo scorso anno la sua storia di coraggio era stata al centro di una mostra esposta al Memoriale della Shoah di Milano.
Hammo Shero era il capo del popolo yazida. Nel 1915 accolse e protesse migliaia di fuggiaschi armeni che cercavano rifugio per scampare al genocidio. Per questo oggi lo commemoriamo; Daphne Vloumidi è un albergatrice dell’isola di Lesbo e si è sempre impegnata per aiutare gli altri, in particolare i profughi sbarcati sull’isola. Nel 2015 è stata arrestata per aver accompagnato in auto al traghetto per Atene i profughi arrivati a Lesbo. Costantino Baratta, pescatore di Lampedusa, ha accolto e aiutato i profughi sull’isola. Il 3 ottobre 2013 ha salvato molti di loro dopo un naufragio, caricandoli sulla sua barca. Un gesto di accoglienza a cui rendiamo merito.