fuoco…

Eccolo qua il fuoco della parasha Tzav, quello sull’altare che non diceva mai di spegnersi, quello che consumava i sacrifici ma non bruciava il legno dell’altare, quello che illuminava e dava senso e luce al rito nel Tempio di Gerusalemme. Eccolo qua il fuoco di un altare al quale dovremmo ispirarci quando bruciamo di passioni personali, ambizioni egoistiche, visioni private di ciò che dovrebbe essere interesse e missione pubblica: l’altare o qualunque altro luogo di santificazione collettiva della presenza di Dio.

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino

(23 marzo 2018)