In ascolto – Shir Geshem

Maria Teresa MilanoSiamo stati benedetti da una gran quantità di neve quest’inverno, abbiamo sciato su montagne meravigliose e consumato grandi quantità di cioccolata calda davanti al camino acceso, in una baita o in certi locali in città. Poi il sole ha iniziato a fare capolino, sono spuntati i germogli sugli alberi e nei giardini è fiorita la forsythia. E proprio quando cominciavamo a progettare le prime passeggiate primaverili, ecco che comincia a piovere. Piove. Ininterrottamente. Da giorni.
La pioggia è ritmo: tamburella sui vetri, sulle auto, nelle pozzanghere, sui tetti e sugli ombrelli e ogni suono è unico. È una vera e propria sinfonia, che muta il proprio andamento seguendo l’intensità dell’acqua e la superficie su cui si rovescia. E non per nulla la musica si è lasciata affascinare dal potere sonoro della pioggia.
Oggi ascoltiamo una bellissima canzone, semplice e pura, costruita su onomatopee e sul ritmo quasi ipnotico delle gocce. L’autrice del testo è la grande poetessa Leah Goldberg, nata nella Prussia orientale agli inizi del ‘900. Ho già avuto modo di parlare di questa donna colta e raffinata, formatasi presso le università di Berlino e Bonn ed emigrata nel 1935 in Eretz Israel.
I suoi primi componimenti sono in russo, ma ben presto sceglie l’ebraico, una lingua viva e moderna che le permette anche di attingere a immagini bibliche, inserite con sapienza nelle sue liriche. Leah Goldberg scrive per il teatro e per i giornali, è traduttrice e autrice di poesie e romanzi. Come molti grandi della letteratura israeliana, scrive anche racconti per ragazzi, veri e propri gioiellini in cui si percepiscono il “peso” e l’importanza delle parole, il senso di umanità e un pizzico di ironia.
La canzone di oggi si intitola Shir Geshem (Canto di pioggia) o, talvolta, Bo’u ananim (Venite nuvole). L’autore della melodia è Joel Walbe, nato in un villaggio della Volinia nel 1900 da famiglia benestante. Studia al heder locale, il padre ha una visione molto tradizionale ed è solo grazie alla mamma che comincia a studiare violino in segreto. Walbe emigra in Eretz Israel nel 1920, insieme a un gruppo di pionieri e si stabilisce in un insediamento sulle rive di Kinneret. Nel 1925 si trasferisce a Tel Aviv e inizia a comporre e a collaborare con i personaggi importanti del panorama musicale dell’epoca. Nel 1927 pubblica la sua prima canzone, Shir Hashtil. Dopo un periodo di studio intenso presso il conservatorio di Vienna, torna in Eretz Israel e mette a disposizione le sue profonde competenze come insegnante, direttore d’orchestra e di coro ed è proprio a questo periodo che risale la nostra Shir Geshem – Bo’u ananim.

Maria Teresa Milano

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