Da Napoli a Gerusalemme,
storie di vita e identità

rav“Che forse, era colpa della città, del mare, del sole se delle leggi infami mi stavano spingendo dall’altra parte del mondo? Non era certamente colpa loro, ma il loro silenzio ai miei occhi li rendeva conniventi e colpevoli”.
Da Via Cappella Vecchia 31 a Rehov Hillel 25. Dal cuore della Napoli ebraica, dove si trova la sinagoga della città partenopea e prendono vita le storie dell’omonimo libro pubblicato da Belforte, al luogo di ritrovo della vita e cultura italiana a Gerusalemme, il Museo Umberto Nahon. A congiungere i due mondi è l’autore, il rabbino Pierpaolo Pinhas Punturello, napoletano d’origine e gerosolimitano d’adozione, che ha presentato la sua prima opera di narrativa insieme a Samuele Rocca, storico e responsabile Cultura per la Hevrat Yehude Italia be-Israel. Ricordando la ricorrenza di Yom HaShoah, che nelle stesse ore volgeva al termine, il rav ha scelto di leggere alcuni brani del racconto inerenti proprio al periodo della seconda guerra mondiale. Solo posti in piedi nella Sala degli Affreschi, dove rav Punturello ha spiegato il suo forte legame con la città d’origine, e come ognuno dei nove racconti del volume siamo tratti da momenti di vita vissuta, da lui in prima persona o da chi amici e conoscenti. Nelle prossime settimane “Napoli, Via Cappella Vecchia 31” sarà presentato in varie città italiane.

rt

(13 aprile 2018)