…Vessillo

A Vercelli, in piazza Massimo d’Azeglio 10, nel negozio di Linda Jona Verona si potevano acquistare salami d’oca, salsicce, coscette e durelli salati Casher, ma anche Matzod, piuma e piumino d’oca. A Milano in via san Giovanni in Conca 9, nella pensione e restaurant condotti da Umberto Ancona si mangiavano amaretti, sfogliate e salumi Casher. A Torino in via Roma 14 il signor Vittorio Valobra nella sua orificeria eseguiva Shaddai e Maghen David, e in via san Massimo 49 alla pensione di Virgilio Ancona si mangiava e si dormiva. A Milano in via Monte Napoleone il signor M. Subert conduceva l’azienda “Alla città di Venezia”, una Fabbrica italiana di Taledot di seta con “ziziod di seta e di lana”. Se ci si voleva curare i denti si andava ad Alessandria dal dott. G. Osimo che nel suo gabinetto modernissimo “con trapano elettrico” eseguiva qualsiasi dentiera “anche in giornata”.
Erano alcune delle piccole pubblicità che aiutavano – nel 1918, cent’anni fa – la gloriosa rivista “Il Vessillo Israelitico” ad essere scritta, stampata e diffusa a decine di migliaia di famiglie ebraiche italiane. Un periodico che nella sua lunga vita, dal 1874 al 1922, è stato strumento di crescita culturale, di informazione, di alfabetizzazione ebraica, ma anche sede di importanti articoli scientifici e di interventi politici più o meno polemici rivolti sia all’interno, sia all’esterno della comunità ebraica. Studiare le vicende dell’ebraismo italiano contemporaneo della nostra Penisola sarebbe impossibile senza questa preziosa risorsa. Ora la si può consultare online sul sito della Digital Library della Fondazione CDEC accanto al suo diretto predecessore, “l’Educatore Israelita” di Vercelli (1856-1874) e al settimanale “Israel” nelle annate fino a tutto il 1938. Un nuovo servizio, un’offerta culturale di grande valore, per aiutare a capire la multiforme realtà da cui provengono le comunità ebraiche italiane.

Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione CDEC

(12 aprile 2018)