“Polonia, scelte che ci preoccupano”

All’indomani della solenne cerimonia nella capitale polacca, una nuova occasione per ricordare gli eroi dell’insurrezione del Ghetto di Varsavia nel 75esimo anniversario della rivolta.
Ambasciata di Polonia a Roma e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane insieme per una cerimonia segnata da una Memoria viva di quei fatti ma anche dall’espressione di alcuni punti fermi e irrinunciabili che intrecciano passato, presente e futuro.
Ha sottolineato la Presidente UCEI Noemi Di Segni, intervenuta dopo la Chargé d’affaires Marta Zielinska-Sliwka: “Come ho avuto modo di sottolineare al Presidente Andrzej Duda, attraverso una lettera inviatagli a nome delle Comunità ebraiche italiane in febbraio, forte in tutti noi è la preoccupazione per le conseguenze che la legge recentemente approvata dal Parlamento di Varsavia sulla Shoah e le responsabilità polacche, possa costituire un grave inciampo alla tutela di quella Memoria consapevole cui tutti noi teniamo. Ci preoccupa quello che leggiamo, sentiamo e vediamo. Ci spaventa che in un paese europeo oggi si corra il rischio di finire in carcere per le proprie idee e per i propri studi. Non è e non può essere questa la funzione di una legge.
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“La storia, la memoria, i fatti, le verità – ha poi aggiunto la Presidente dell’Unione – si trasmettono con un percorso di educazione e di trasmissione di valori, con la ricerca e la libertà di effettuarla, con l’amore per il prossimo, con un percorso condiviso tra tanti attori della società civile. Non si difende la memoria e non si evita l’odio e l’antisemitismo con una legge che prevede processi e condanne penali, semmai con una legge che promuove e sostiene ogni utile iniziativa educativa, che tutela e condanna, al contrario esatto, chi odia e chi disconosce i valori fondamentali”.
“La Polonia – ha poi affermato – fu senz’altro vittima di una spietata occupazione della Germania nazista che in quel territorio realizzò i crimini più efferati nella storia dell’uomo. Distrutta in macerie, distrutta nell’orgoglio nazionale, ma l’odio non veniva risparmiato agli ebrei verso i quali da secoli veniva rivolto. Dobbiamo avere il coraggio oggi di chiederci, dovete avere il coraggio di chiedervi se si poteva fare di più, se si poteva essere diversi, se si poteva forse evitare e se si come?”
È un punto, ha poi proseguito, “che intendo riaffermare anche oggi, in questa importante e condivisa circostanza”. Perché legame forte instauratosi in questi anni tra Ambasciata polacca e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, le molte iniziative congiunte, i tanti reciproci inviti, sono il segno di un’amicizia feconda. “Ma sono primo dovere degli amici – ha puntualizzato – la sincerità e la franchezza e la considerazione attraverso un coraggioso e non facile dialogo di ogni possibile emendamento che possa essere apportato”.
Forte riconoscenza per la pagina di eroismo scritta dagli uomini e dalle donne dell’insurrezione del Ghetto nelle parole della Chargé d’affaires polacca. Durante i combattimenti, ha ricordato, persero la vita circa 7.000 ebrei ed ulteriori 6.000 morirono bruciati nelle case in fiamme o soffocati all’interno dei bunker sotterranei. Mentre i rimanenti 50mila abitanti vennero deportati presso diversi campi di sterminio, per la maggior parte nel campo di Treblinka. L’insurrezione del Ghetto, è stato osservato, “mostrò a tutto il mondo che le vittoriose armate hitleriane non erano affatto tali, e che alcune centinaia di uomini potevano tenere in scacco l’esercito tedesco e infliggergli consistenti perdite”.
Ad ogni partecipante alla cerimonia è stato dato in dono un narciso giallo, in segno di adesione alla campagna educativa e informativa “Narciso” promossa dal Museo della Storia degli Ebrei Polacchi “Polin”, giunta quest’anno alla sua sesta edizione.
“Oggi, guardando un cielo così azzurro – ha detto Marta Zielinska-Sliwka – non siamo in grado di immaginarci quei momenti, quelle drammatiche decisioni. Dobbiamo ricordare, dobbiamo rendere omaggio. A Varsavia lo facciamo con i fiori galli di Narciso. Fu Marek Edelman, uno dei sopravvissuti, il comandante dell’insurrezione del Ghetto, a iniziare questa tradizione. Ogni anno deponeva un mazzo di questi fiori, tipici fiori della primavera polacca, che assomigliano anche alla stella gialla. Il narciso è simbolo di rispetto e di Memoria della rivolta. Mai più”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(20 aprile 2018)