Giro d’Italia – Dossier Pagine Ebraiche
Bartali, il tributo d’Israele

“Gino Bartali, cittadino onorario di Israele”. L’anticipazione di Pagine Ebraiche, sul notiziario quotidiano dello scorso 22 aprile, ha fatto in pochi minuti il giro del mondo.
Si tratta – come è stato poi spiegato in forma ufficiale dallo Yad Vashem, il Memoriale della Shoah di Gerusalemme da cui parte il riconoscimento – di una possibilità contemplata tra le facoltà accessorie al conferimento del titolo di “Giusto tra le Nazioni”, arrivato per Bartali nel settembre del 2013, ma comunque raramente esercitata. L’ultima volta avvenne 11 anni fa. “È un fatto decisamente raro” hanno confermato dal Memoriale.
Non c’era modo più significativo per festeggiare l’arrivo del Giro d’Italia nella capitale di Israele, anche nel segno delle imprese del grande ciclista fiorentino che aiutò gli ebrei perseguitati dal nazifascismo e fu simbolo di umanità in una epoca buia. Un evento unico nella storia del ciclismo e dello sport, che proviamo a raccontarvi nello speciale dossier “Ruote e Pedali” di Pagine Ebraiche di maggio curato da Adam Smulevich.
È un viaggio che parte, evidentemente, dall’asfalto e dalle suggestioni del percorso. Bello da un punto di vista paesaggistico, ma anche impegnativo. Dumoulin, vincitore del Giro in carica, ma anche Froome, Aru e gli altri uomini di classifica che annunciano battaglia dovranno fare attenzione.
Siamo in Medio Oriente, gli sport in auge sono soprattutto altri, ma c’è chi lavora per fare di Tel Aviv un punto di riferimento della bicicletta a livello internazionale.
È contagioso l’entusiasmo di Sylvan Adams, il magnate di origine canadese ma trapiantato in Israele cui si deve questa inedita partenza. Una partenza in tutti i sensi. Non un punto d’arrivo quindi, ma il trampolino per uno scatto ulteriore di professionalità e iniziative. Lo dimostrano i tanti impegni che saranno intrapresi e che hanno in Adams un assoluto protagonista. Lo abbiamo incontrato a Firenze, in una bella giornata di sport e valori che ormai è diventata una consuetudine. E naturalmente in sella a una bici.
Protagonista è e sarà in corsa la Israel Cycling Academy, la prima squadra professionistica locale nata appena pochi anni fa sulla scia di alcune intuizioni vincenti. In questo Giro schiera due israeliani e un italiano, motivatissimo: il toscano Kristian Sbaragli.
Scopriamo, all’interno del dossier, quale è la sua ambizione nelle tre settimane di gara. Italiano è anche lo sponsor della squadra, De Rosa, che in passato ha rifornito campioni del calibro di Eddy Merckx. “Credo molto in questa squadra, che oltre ad avere forti ha un certo potenziale tecnico” ci spiega Cristiano, oggi al vertice dell’azienda di famiglia.
Non correva, ma amava andare in bici per mercati, un’altra figura fondamentale di questo spazio: la pittrice ungherese Eva Fischer, che ha fatto delle due ruote il soggetto di numerosi suoi quadri. Una mostra la celebrerà a Roma, alla Casina dei Vallati, in occasione dell’arrivo del Giro sui Fori Imperiali. Il figlio Alan David ci racconta qualcosa di davvero personale su questa passione.
E poi, per un degno finale, inevitabile parlare ancora di Ginettaccio e del suo coraggio silenzioso. Prende infatti il via da Gerusalemme un ciclo di appuntamenti a teatro in cui ampio spazio sarà dato alle rivelazioni inedite sul suo corso pubblicate negli anni scorsi su Pagine Ebraiche, a partire dalla testimonianza di Giorgio Goldenberg di cui l’attore Ubaldo Pantani propone un monologo, e poi col tempo arrivate un po’ ovunque.
La nipote Gioia, presente in Israele, si commuove: fiera di aver avuto un nonno così. Ce lo spiega con un testo sincero e appassionato.
“Essere la nipote di Gino Bartali – ci scrive – mi ha dato la consapevolezza di aver avuto il privilegio di condividere una parte della mia vita con un nonno straordinario, campione nello sport ma soprattutto nella vita”. Con l’augurio, aggiunge Gioia, “che il suo esempio sia da guida per tutte le generazioni future”.
Un messaggio sempre vivo. Anche grazie a questo Giro.