“Primate di Polonia antisemita,
no alla canonizzazione”

“Forte preoccupazione per la proposta di canonizzazione del cardinale August Hlond, Primate di Polonia durante la Seconda Guerra Mondiale e nel periodo successivo alla guerra”.
Ad esprimerla in una lettera inviata al cardinale Kurt Koch, Presidente della Pontificia Commissione per i Rapporti Religiosi con l’ebraismo, è il direttore Internazionale per gli Affari Inter-religiosi dell’American Jewish Committee rav David Rosen.
“Ci rendiamo conto che la Santa Sede ha i suoi criteri per le cause di canonizzazione. Tuttavia la comunità ebraica, e non solo, vedrebbe questo passo come una espressione di approvazione (o perlomeno una mancanza di condanna) dell’atteggiamento estremamente negativo del cardinale Hlond” scrive il rav, le cui parole sono rese note dalla rappresentante dell’Ajc in Italia e di raccordo presso la Santa Sede Lisa Billig.
In una lettera pastorale sulla morale cattolica, citata nella nota, il Primate polacco scrisse infatti: “Fin quando gli ebrei rimangono tali, c’è e ci sarà sempre il problema ebraico (…). È un dato di fatto che gli ebrei stanno conducendo una guerra contro la Chiesa Cattolica, che sono liberi pensatori, e che costituiscono l’avanguardia dell’ateismo, del Bolscevismo, e delle attività rivoluzionarie. È un dato di fatto che l’influenza degli ebrei corrompe la morale, e che le loro case editrici diffondono la pornografia. È un dato di fatto che gli ebrei sono dediti alla frode, all’usura, e allo sfruttamento della prostituzione. È un dato di fatto che da un punto di vista etico e religioso, la gioventù ebraica nelle nostre scuole ha un’influenza negativa sulla gioventù cattolica”.
Rav Rosen commenta che “seppure è vero che egli moderò queste affermazioni, riconoscendo che ‘non tutti gli ebrei sono così’, e che proibì le aggressioni agli ebrei e ai loro beni, condannò tuttavia l’ebraismo, e gli ebrei, per aver rifiutato Gesù. Sostenne inoltre l’effettivo boicottaggio delle aziende degli ebrei, affermando che “è bene preferire i tuoi simili quando fai la spesa, evitando i negozi degli ebrei e i loro banchi al mercato. (…) Bisogna tenersi lontani dalla dannosa influenza morale degli ebrei, tenersi lontani dalla loro cultura anti-cristiana, e in particolare, boicottare i giornali ebraici e le pubblicazioni ebraiche, demoralizzanti. (…) Noi non onoriamo l’indescrivibile tragedia del popolo che fu guardiano dell’idea del Messia e che diede i natali al Salvatore. Quando la misericordia divina illumina un ebreo facendogli accettare sinceramente il suo, e nostro, Messia, salutiamolo con gioia nelle nostre file cristiane”.
Tra gli episodi critici citati anche la mancata opposizione di Hlond ad alcuni episodi di violenza, tra cui un pogrom avvenuto nella città di Kielce nel dopoguerra. Dopo la Shoah, ancora morte e violenza contro gli ebrei. “Il 4 luglio 1946 – si legge nella nota diffusa dall’Ajc – si consumò il massacro di Kielce senza che intervenissero le autorità civili o della Chiesa per fermarlo. La settimana successiva, il cardinale Hlond tenne una conferenza stampa in cui non condannò il pogrom, neanche chiedendo ai polacchi di smettere di uccidere ebrei”. Al contrario, il Primate volle sottolineare che gli ebrei “sono tutti comunisti o sostenitori del comunismo, e il pogrom è avvenuto per colpa loro”.

(24 maggio 2018)