…crisi

Continua a fare molto discutere in Israele e nella diaspora la controversa legge sull’ebraicità dello Stato di Israele promossa dal governo Netanyahu. Molti hanno denunciato una deriva nazionalista, che, anche complice la recente visita di Orban a Gerusalemme, ha fatto parlare di un avvicinamento di Israele all’ormai famigerato gruppo di Visegrad. Forse, però, il problema non è tanto Israele (o non solo), quanto la crisi di sistema che sta attraversando il modello democratico liberale, in discussione ad ogni latitudine: dall’India, all’Europa, passando appunto per lo Stato ebraico. Senza parlare della Turchia di Erdogan, o degli Stati Uniti di Trump. Certo, non fa piacere vedere Israele in questa stessa lista. Forse, a furia di rivendicare per lo Stato ebraico gli stessi criteri di giudizio di tutte le altre nazioni, l’abbiamo fatto diventare tutti un po’ troppo uguale agli altri.

Davide Assael

Sull’argomento, negli scorsi giorni, i nostri notiziari hanno pubblicato diverse opinioni. Proponiamo di seguito l’intervento di Emanuele Calò.

Legge Fondamentale

Se, come tutti si augurano, arrivasse la pace, magari con l’approvazione di uno dei due Piani di Pace finora respinti, questa Basic Law israeliana (vedi, sotto, una sbrigativa traduzione) diventerebbe una timidissima copia delle norme dei suoi vicini. Poiché non spasimiamo per macchiarci dei peccati di apartheid, razzismo, fascismo, comunismo et similia, saremmo sorpresi che quel che è deleterio e immorale in un’area geografica, diventasse entusiasmante in un’altra. Sarebbe facile, fin troppo facile, dimostrarvi che ciò che commesso dagli israeliani sarebbe, giustamente, un’atrocità, se commesso da altri, secondo qualcuno, degraderebbe ad errore. Ebbene, se questo fosse razzismo, saremmo stati tutti razzisti a non denunciarlo laddove (non serve guardare lontano) è in vigore da sempre. Per quella ragione, speriamo di incontrare chi creda nella sostanziale eguaglianza dell’essere umano, senza fare eccezioni a seconda che si tratti di giorni pari o dispari, feriali o festivi. Gli ebrei non debbono fare né di più né di meno per farsi accettare; per i monoteisti, non esistono divinità minori da cui si discenda. Coloro i quali, per contro, sono sempre più difficili da trovare, sono i laici ed i democratici. Ma non disperiamo. Anzi, magari, potremmo discuterne in pubblico, se qualcuno si degnasse, beninteso.

Emanuele Calò

(25 luglio 2018)