…selfie

Lasciamo perdere le parole e, in questo universo dominato dall’immagine e dall’apparenza, guardiamo i volti. I volti femminili che circondano il ministro dell’Interno per farsi fare i selfie con lui: eccitate, gonfie di orgoglio di toccarlo per mano, sorridenti. Nessuno direbbe, a meno di non saperlo, che siamo ai funerali di Stato delle vittime di un’immane sciagura. Sono i loro volti che mi colpiscono, non quello di Salvini. Gente così ti auguri di non incontrarla mai per strada, di non doverti mai trovare per caso a stringer loro la mano. E ti sovviene la foto famosa dell’Anschluss, con la folla sorridente che applaude a Vienna l’entrata delle truppe naziste, o anche l’immagine di Mussolini che trebbia il grano in mezzo a donne entusiaste e ridenti. No, non sto paragonando Salvini a Mussolini e Hitler, non ancora per lo meno. Siamo noi, gli spettatori, che andiamo sempre più assomigliando a quelli del passato, che applaudiamo ai funerali come si applaudiva all’annuncio dell’entrata in guerra: sempre più inconsapevoili, più gonfi di odio e di paura. Questo è ciò che mi preoccupa di più.

Anna Foa, storica

(20 agosto 2018)