Bilancio sociale 12
Israele e la festa della democrazia

dos“Finché nel cuore, l’Anima Ebraica anela e verso l’Oriente lontano, un occhio guarda a Sion, non è ancora persa la nostra speranza, la speranza due volte millenaria, di essere un popolo libero nella nostra terra, la terra di Sion e Gerusalemme”. Così recita il brano scritto originariamente dal poeta Naftali Hertz Imber nel 1878 e diventato poi l’inno d’Israele, Hatikva, la speranza. Quel sogno di tornare a Sion, di costruirvi uno Stato ebraico, 70 anni fa si è realizzato: e quest’anno gli ebrei di tutto il mondo e tutti coloro che rispettano ciò che Israele rappresenta, lo hanno festeggiato. Su queste pagine si è voluto farlo attraverso una prospettiva diversa, attraverso le parole della poesia: da Nachman Bialik fino a Yeshoshua Amichai, Israele ha regalato alcuni dei versi più belli della poetica contemporanea, capaci di descrivere la complessità del paese, la sua bellezza e le sue contraddizioni. E il suo grande fascino è emerso anche attraverso lo sport, grazie alla grande vetrina del Giro d’Italia, partito da Gerusalemme il 4 maggio con complessivamente tre tappe seguitissime da Haifa a Eilat. “Siamo molto emozionati per questa gara. E in particolare ci felicitiamo che siano venuti ciclisti da tutto il mondo, incluso quello arabo. Questo è un messaggio molto importante per Gerusalemme, la nostra città, città della pace” ha detto il Primo ministro Benjamin Netanyahu, visitando prima della partenza gli atleti della Israel Cycling Academy. “È una grande responsabilità, che accogliamo con gioia e con l’intenzione dare il meglio di noi stessi. Saremo all’altezza” spiegava prima del via Sylvan Adams, presidente onorario della Grande Partenza, tra protagonisti del Dossier Ruote e pedali di Pagine Ebraiche, dedicato all’evento e curato da Adam Smulevich. E così è stato, come dimostra il titolo con cui la Gazzetta dello Sport ha salutato le tre tappe israeliane: “Grazie, Israele, grazie”. A testimoniare la complessità del paese, poi, il panorame letterario – da sempre apprezzato dal pubblico italiano. La decisione di premiare con il riconoscimento più prestigioso in una data significativa mente impegnati nonché critico del governo attuale dimostra come la libertà di espressione sia al centro della democrazia israeliana: a David Grossman è stato conferito il Premio Israele. “Oggi ha vinto Israele”, ha dichiarato il Presidente israeliano Reuven Rivlin, festeggiando il riconoscimento a Grossman. “Questa vittoria – le parole di Rivlin – mi fa ancora più felice di quella del Man Booker Prize perché è il tributo di un’intera nazionale a questo grande autore – per la sua scrittura, la sua sensibilità, per i suoi eroi che sono diventati parte di noi, grazie al suo grande uore e al suo sguardo acuto. Siamo felici che sia lui a vincere nel 70esimo anniversario di Israele”. E per questo anniversario anche l’ebraismo italiano si è mobilitato: a Roma il violinista e direttore d’orchestra di fama internazionale, l’israeliano Shlomo Mintz, ha suonato al Quirinale davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per festeggiare i 70 anni di vita dello Stato ebraico. Una performance intensa e calorosamente accolta dal pubblico, organizzata dalla Presidenza della Repubblica, in collaborazione con l’Ambasciata di Israele in Italia, che ha poi ospitato la tradizionale festa per Yom HaAtzmaut. A Bologna invece a parlare sono state le immagini: il Museo ebraico cittadino assieme al Beit Hatfusot, il Museo del popolo ebraico di Tel Aviv, ha infatti organizzato una mostra fotografica dei momenti salienti della storia di questo giovane Stato e i suoi successi in molti campi. Con uno specifico punto di osservazione: gli occhi del popolo ebraico per cui ha rappresentato e rappresenta molto più di una speranza. Al Collegio Rabbinico Italiano di Roma diversi rabbini e studiosi – sulla scia delle celebrazioni – si sono invece confrontati sul tema del sionismo, argomento ripreso e sviluppato al Moked di Milano Marittima. È stato invece lo sport a fare da scenario per la festa milanese con l’incontro tra alcune stelle del basket del passato: Dino Meneghin, Sandro Gamba e Aldo Ossola, protagonisti della Mobilgirgi Varese, e Miki Berkovitz, storico capitano del Maccabi Tel Aviv, hanno celebrato insieme le tante sfide e il ponte venutosi a creare tra i due paesi grazie alla sana competizione.

Pagine Ebraiche settembre 2018