“Brigata Ebraica, per sempre grati”

Il fondamentale contributo nella Liberazione del paese dal nazifascismo, con azioni che lasciarono il segno come lo sfondamento della Linea Gotica e l’ingresso in diverse città e località di importanza strategica. Ma anche il determinante aiuto offerto, nell’immediato dopoguerra, alle Comunità ebraiche italiane devastate da anni di isolamento e poi dalle persecuzioni e dalla Shoah. Un impegno materiale e immateriale, nel segno di una speranza che tornava finalmente a pulsare.
Questa la duplice veste in cui sono stati ricordati gli eroi della Brigata Ebraica in occasione della solenne cerimonia di consegna della medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza che, attribuita dal Parlamento italiano all’unanimità nel 2017, è stata oggi appuntata sul petto di alcuni reduci (tra cui, unico italiano, il fiorentino Gualtiero Cividalli).
Una cerimonia intensa e coinvolgente che ha oggi richiamato al Museo dei Battaglioni di Avihayil l’ambasciatore italiano Gianluigi Benedetti, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, il capo dell’esercito Kobi Barak, il viceministro Michael Oren. Il preludio a una nuova commemorazione che si terrà il 18 ottobre prossimo a Piangipane, nel cimitero alleato dove riposano i caduti della Brigata. Una consuetudine che si rinnova ormai da alcuni anni.
IMG-20181003-WA0032“La cerimonia di oggi rappresenta un’altra pietra miliare in questo 2018. Un anno che, al di là di ogni dubbio, può essere considerato eccezionale nei rapporti tra Italia e Israele perché ha segnato i 70 anni dalla Dichiarazione d’indipendenza israeliana e i 70 anni dall’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica italiana” ha sottolineato l’ambasciatore Benedetti. Settanta anni di democrazia e libertà che sono merito anche “dell’impegno di persone come i soldati che oggi onoriamo, la nostra vita poggia sulle spalle di questi giganti”. Giganti in molti casi giovanissimi che, lasciando la loro patria senza esitazione, “sono venuti a combattere nel nostro Paese”. Ai reduci l’ambasciatore si è rivolto con gratitudine in ebraico, dicendo loro ‘Toda Raba!’ – Molte grazie!.
IMG-20181003-WA0010Questa medaglia, ha affermato la presidente Di Segni, ha il merito di rendere vicende troppo a lungo sconosciute dal grande pubblico una storia condivisa. Un’iniziativa che mette inoltre al riparo “da strumentalità e mortificanti distorsioni che ogni 25 Aprile, Festa della Liberazione, puntualmente si ripropongono per iniziativa di gruppi accecati dall’odio”. Perché chi nega e disconosce quanto da loro fatto, ha osservato Di Segni, “si pone inequivocabilmente fuori dalla Storia o ne racconta una diversa”. Una lezione, quella degli eroi della Brigata e dei caduti di varie nazionalità e religioni che riposano a Piangipane, che vale inevitabilmente anche per il presente. “Il loro esempio, l’esempio di giovani di varie provenienze affratellati da un ideale comune, ha permesso all’Europa di voltare pagina dopo anni di orrore e di lanciarsi nella costruzione di una era nuova, nata sotto i migliori auspici di amicizia e fratellanza”. Valori su cui, ha detto, “siamo tutti chiamati a vigilare con la massima attenzione in un momento storico segnato purtroppo dal riemergere di nefasti nazionalismi e populismi che puntano a disintegrare tutto quel che è stato costruito”.

L’INTERVENTO DELLA PRESIDENTE DI SEGNI

Signor Maggior Generale, Capo delle forze di terra dell’esercito generale Kobi Barak, Sua Eccellenza Ambasciatore Gianluigi Benedetti, illustri autorità, cari ospiti,
Porto il saluto di tutte le comunità ebraiche italiane che partecipano a questo momento a lungo atteso e l’abbraccio forte ai reduci della Brigata qui presenti e alle loro famiglie. Un saluto che porgo anche alle Associazioni dei Combattenti e dei reduci della Resistenza che ci seguono nell’odierna cerimonia dall’Italia.
È con viva emozione che prendo parte a questa cerimonia per la consegna della Medaglia d’oro al valore militare per la Resistenza alla Brigata Ebraica. Un riconoscimento istituzionale giunto nel luglio del 2017, di altissimo valore, attraverso cui lo Stato italiano ha voluto onorare coloro che scrissero una delle pagine più significative e gloriose della Liberazione del paese dal nazifascismo. Nell’ottantesimo anniversario dall’emanazione delle leggi antiebraiche questo momento è particolarmente significativo.
Un’iniziativa legislativa approvata con unanime consenso dal Parlamento italiano. È un fatto da notare ed apprezzare, da ribadire anche oggi, nella necessaria riaffermazione dei valori fondamentali della carta costituzionale. All’Onorevole Lia Quartapelle, prima firmataria delle legge e sua instancabile promotrice, rinnovo il nostro sentito ringraziamento per il suo impegno e per la sua amicizia.
La parola bandiera ha un significato importante e, con essenzialità di colori e di simboli, rappresenta e comunica identità, credo, resistenze armate che furono resistenze culturali, sulle quali siamo oggi chiamati a riflettere. La bandiera dell’Italia, la bandiera di Israele, la bandiera della Brigata su cui oggi viene appuntata la Medaglia, ne sono evidenza.
Furono oltre 5mila i volontari giunti dall’allora Palestina mandataria (il futuro stato di Israele) e da altri territori sotto il mandato britannico, che convintamente vennero in soccorso dell’Italia e dell’Europa negli anni tremendi del nazifascismo. Il loro fu un contributo determinante, in particolare sul fronte caldissimo della Linea Gotica, che sfondarono in una delle battaglie decisive per poi distinguersi nella liberazione di numerose città e località del Centro Italia, con la Resistenza. Tra le fila dei partigiani vi erano anche, circa, 1000 giovani ebrei (tra gli altri Eugenio Curiel, Vittorio Foa, Primo Levi, Pino Levi Cavaglione, Liana Millu, Enzo ed Emilio Sereni, Elio Toaff, Umberto Terracini e Leo Valiani)
Nei mesi successivi alla liberazione prezioso è stato il loro supporto e impegno sia per il trasferimento dei sopravvissuti all’Olocausto per fare l’Alyà, sia per la ripartenza di una vita ebraica nelle Comunità devastate dalle persecuzioni e dalla Shoah. Tutto mancava: beni di prima necessità, disponibilità di strutture, spazi e oggetti di culto da rianimare e restaurare, ma soprattutto il perché della vita, la speranza di rivedere qualcuno dei propri cari, fiducia nel futuro e negli esseri umani. Con il loro operoso impegno hanno ridato speranza e ritmo per una vita, dei pochi sopravvissuti, che pian piano si ristabiliva, in una Italia che si destava.
Questa medaglia ha quindi il merito di rendere vicende troppo a lungo sconosciute dal grande pubblico una storia condivisa. Un’iniziativa che mette inoltre al riparo da strumentalità e mortificanti distorsioni che ogni 25 Aprile, Festa della Liberazione, puntualmente si ripropongono per iniziativa di gruppi accecati dall’odio.
Chi nega e disconosce quanto da loro fatto, con abnegazione, si pone inequivocabilmente fuori dalla Storia o ne racconta una diversa.
[Lo stesso vale per chi, a nome dei partigiani tutti, incoraggia la partecipazione di gruppi e forze che non solo ignorano quella vicenda e ne sono temporalmente totalmente estranei, ma addirittura le contrappongono simboli e drappi un tempo al fianco di Hitler nel progetto di annientamento del popolo ebraico].
Se ieri i giovani ebrei sono venuti da questa terra per andare in Europa e in Italia, oggi vi sono dei giovani che da lì vengono in Israele, per partecipare con il loro impegno allo sforzo di difesa dello Stato di Israele.
Combattenti della Brigata – Ricordiamo ogni anno il loro (vostro) valoroso contributo, coraggio e ideale di vita, e lo ricorderemo anche il prossimo 18 ottobre a Piangipane, in provincia di Ravenna, nel cimitero alleato dove riposano i giovani e giovanissimi caduti della Brigata insieme a una moltitudine di combattenti di varie nazionalità e religioni che diedero il sangue per regalarci la libertà. Per regalare ai nostri giovani spensieratezza e quella convinzione che la guerra – in Europa – appartiene alla Storia e non si ripeterà.
Il loro esempio, l’esempio di giovani di varie provenienze affratellati da un ideale comune, ha permesso all’Europa di voltare pagina dopo anni di orrore e di lanciarsi nella costruzione di una era nuova, nata sotto i migliori auspici di amicizia e fratellanza. Valori su cui siamo tutti chiamati a vigilare con la massima attenzione in un momento storico segnato purtroppo dal riemergere di nefasti nazionalismi e populismi che puntano a disintegrare tutto quel che è stato costruito.
È anche questo, voglio immaginare, il senso profondo dell’iniziativa che oggi celebriamo.
Grazie. Todà rabbà.

Noemi Di Segni, Presidente UCEI

L’INTERVENTO DELL’AMBASCIATORE BENEDETTI

Boker Tov LeKulam, Buongiorno a tutti,
Members of the Jewish Brigade,
Major General Barak,
President Di Segni,
Distinguished Guests,
Ladies and Gentlemen,

Today represents a remarkable and unforgettable moment; we are celebrating the outstanding contribution of the Jewish Brigade to the liberation of Italy from the Nazi-fascism’s oppression.
Their example is a source of pride and inspiration. Young people, who, leaving their homelands behind, came to fight in our Country. Some of them are here with us this morning. Let me tell them: Toda Raba!
The President of the Italian Republic, Sergio Mattarella, countersigning the law awarding this decoration, unanimously approved by the Parliament, reminded us that we should be extremely grateful to the Jewish Brigade because they died for our freedom: “their blood is our brothers’ blood”.
Therefore for me today it is a great honor to award the Brigade with the highest military decoration of the Italian Republic: the Gold Medal for Military Valor.
The remarkable deeds of the Jewish Brigade represent a story of bravery that has struggled to become known and it is now an essential part of our Countries’ collective memory, also thanks to an Italian Journalist, who is here with us today, and my predecessor.
I am sure that, thanks to this high official decoration, the men who were protagonists of those incredible acts of generosity will be always remembered in our hearts.
Today we are here to thank those who actively contributed, together with the Allied forces, the Italian partisan groups as well as the loyal Italian Armed Forces, to the recovery of our freedom, our national unity and the beginning of a new democratic path for our people.
Young people that, back then, did not yet have its own State, found the generosity to fight and die for the freedom of others.
They deserve all our respect and admiration and our deepest gratitude.
Hon. Quartapelle, who spearheaded the Parliamentary initiative that brought to the awarding the Gold Medal, asked me to convey to you a personal message on this occasion and I quote: “Dear friends, I took the initiative to award the Jewish Brigade with the Gold Medal of Military Valor to honour the courage and the spirit of those who risked their life to let the ideals of freedom and justice prevail. The unanimous approval by the Italian Parliament has been instrumental to develop a shared collective memory in Italy”.
As you know, the Jewish Brigade, then part of the British army, was the first officially recognized all-Jewish unit from the “Yishuv”, fighting under the flag that would later become Israel’s flag.
In Italy they fought the Nazis for several months. When the war ended, the Brigade stationed in the North of our Country, assisting the refugees, particularly orphaned children, for whom they organized housing and Jewish schooling.
The soldiers were also active in directing and organizing the flow of survivors toward southern Italy, from where thousands of Jews crossed the Mediterranean to the Promised Land, thanks to acquiescence and sympathy of the Italian Authorities.
In addition, as David Ben Gurion recognized After World War II, these soldiers also contributed to the future and sovereign Israel. In fact, the participation in the war played no small part in the training of what would have later become the IDF and many of the soldiers who had served in the Brigade, whose official colors were later adopted by the 7th Armored Brigade in 1948, went on to fight in Israel’s 1948 War of Independence.
Today’s ceremony represents another milestone in 2018, a year which, beyond any doubt, can be considered exceptional in the relationship between Italy and Israel because it marked both 70 years from the Israeli Declaration of Independence and 70 years from the entering into force of the Constitution of the Italian Republic.
In these 70 years, our Countries grew politically, socially and economically from the tragedy of World War II, inspired by the principles of freedom and democracy.
The Italian democracy and its free society were made possible also by the commitment of people like the soldiers that today we honor. Our life rests on the shoulders of these giants.
May their memory always be a blessing.

Gianluigi Benedetti, ambasciatore italiano in Israele

(3 ottobre 2018)