consapevolezza…

“Vajhì erev vajhì boker – E fu sera e fu mattina”.
Spesso i nostri Maestri si sono chiesti il motivo per cui è citata prima la sera – le tenebre, che la mattina – la luce.
Moltissime sono le risposte che sono state date a questo quesito.
Il buio è normalmente indicato come la sofferenza dell’uomo, o per lo meno come la mancanza delle agevolezze nella vita; la luce è invece il simbolo del godimento e del benessere.
Per apprezzare il bene è fondamentale conoscere la sofferenza. È impossibile apprezzare, anche la più piccola cosa, senza averne assaporato la sua mancanza.
Il bambino, appena uscito dal grembo materno, piange perché abituato al buio; la luce lo infastidisce. In seguito però, data l’esperienza acquisita, verrà apprezzata la luce rispetto al buio, perché sono stati accertati tutti i suoi benefici.
Soltanto dopo erev può venire boker; quel giorno in cui l’uomo saprà apprezzare il mondo, creato per il suo bene, potremo essere sicuri di esserne degni abitanti.
Shabbat shalom

Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna

(5 ottobre 2018)