…sonetto
Sono stati rinvenuti di recente in un archivio dimenticato questi versi in forma di sonetto che potrebbero suscitare una certa eco contemporanea. Li offriamo al grezzo di come li abbiamo trovati, poiché sembrano adatti a ragionare sull’Italia del 1938.
Il bullo ti sogguarda un po’ stranito
convinto che il suo gesto sia normale
lo fa sentire forte ed importante
colpire di nascosto ed impunito.
Di norma se la prende con la donna
se capita però c’è pure il gay
o il tipo gracilino al terzo banco
che “tanto quello lì non reagirà”.
Così accadeva pure nel Trentotto
quando lo Stato offrì alla “vera razza”
un’ottima occasione per colpire
spingendo tanta gente a far fagotto.
Questo ho imparato da ‘sta brutta storia
che quando i bulli voglion comandare
hai voglia a far giornate di Memoria!
Gadi Luzzatto Voghera, direttore Fondazione CDEC