Via Giusti, 38

Giorni fa, essendo a Firenze, mi sono recata in un privato pellegrinaggio in Via Giusti, cercando la casa dei fratelli Rosselli e dell’amata zia Amelia, nata Pincherle, loro mamma adorata e sorella della mia bisnonna Anna. Al numero 38 di quella via, vi è oggi una lapide, che commemora l’impegno antifascista e il sacrificio di Carlo e Nello Rosselli, ammazzati da sicari dei fascisti in Francia. Sotto la lapide, si apre il portone di legno, attraverso cui entravamo col babbo per andare a trovare la zia Amelia nel dopoguerra: quanti i ricordi! Ecco oggi la lapide commemorativa (vedasi foto) e più su finestre illuminate di una luce calda, da cui si intravedono pareti fitte di libri. Giunge una macchina e davanti ai miei occhi si apre il cancello che dà sul giardino posto sul retro della casa. Da fuori, guardo curiosa quei luoghi, da me visti dall’interno da bambina: scorgo un giardino all’italiana dalle siepi verdi ben curate. La casa, mi dice il conducente straniero quando esce festoso dal cancello, è oggi la sede di un istituto di storia dell’arte (scopro poi che si tratta del tedesco “Kunsthistorisches Institut in Florenz”, che ha il suo ingresso principale al numero 44, e ha incorporato il palazzo Rosselli per la sua biblioteca). Mi allontano, immersa nei ricordi vivi di chi non c’è più e nei miei pensieri. E quando più tardi, tornata a Roma, apprendo che il 18 dicembre vi sarà a Firenze un convegno su “L’emigrazione intellettuale dall’Italia fascista” e che in esso vi sarà anche un intervento su “Realtà cambiate. Le donne Rosselli tra esilio e ritorno a Firenze”, rimpiango di non poter essere quel giorno nella città dove sono nata, a condividere i ricordi della Via Giusti del dopoguerra e quelli dell’Apparita, la casa Rosselli in collina che mi ha vista neonata in tempi difficili, e invio agli amici lontani il mio saluto e questo breve ricordo.

Elèna Mortara

(19 dicembre 2018)