…comunicazione

C’è qualcosa che non quadra nel mondo della comunicazione. Direi un’assenza di disciplina e di responsabilità. Prendiamo la lotta contro il razzismo negli stadi e più in generale nello sport. Un’intera organizzazione complessa, che coinvolge associazioni, realtà cittadine e su su fino alla presidenza del consiglio si muove per promuovere un evento come “Run for Mem” (Torino, 27 gennaio prossimo). Una gara podistica non competitiva alla sua terza edizione che sulla falsariga del ricordo della Shoah intende trasmettere il valore positivo, aggregante e profondamente umano dell’attività sportiva, contro ogni discriminazione o forma di razzismo. Parteciperanno probabilmente moltissime persone, e si tratta di un evento che – come si dice in gergo giornalistico – “fa notizia”, soprattutto in un’epoca in cui quando si parla di sport sempre più spesso siamo costretti ad associare il lemma “violenza”. Ma i media sembrano poco interessati all’argomento, relegato in brevi trafiletti nelle rassegne stampa. Negli stessi giorni uno o più individui che si definiscono tifosi della Roma appiccicano qua e là nella notte, nascondendosi come topi vergognosi (con tutto il rispetto per i topi), dei manifestini antisemiti che svillaneggiano squadre di calcio e nazioni, e d’incanto si guadagnano le prime pagine di tutti i quotidiani nazionali. Decisamente c’è qualcosa di sbagliato nel mondo della comunicazione.

Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione CDEC