giustizia…

Un curioso insegnamento talmudico sostiene che perfino il Signore abbia qualcosa, per così dire, da espiare. In una certa misura infatti, il sacrificio che il popolo ebraico porta ad ogni capo-mese è di “espiazione per il Signore perché Egli ha ridimensionato la luna” (TB, Chullìn 60b). Il presupposto è un altro midrash riportato nella stessa fonte: Il Signore aveva creato il Sole e la Luna uguali, ma la Luna pensava che non potessero essere entrambi “re” e che uno dei due dovesse essere ridimensionato. Il Signore decise immediatamente che fosse proprio la Luna a dover essere rimpicciolita.
Ma qual è il senso di questi insegnamenti? Tosefòt haRosh ci suggerisce una risposta: la Torà vuole insegnarci una regola di buona condotta: se uno schiavo si comporta male e il padrone è costretto a punirlo, il padrone stesso è tenuto successivamente a riconciliarsi con lui. Insomma, è giusto comminare una pena quando serve ma non è lecito infierire, anzi il colpevole va aiutato a recuperare la propria dignità. Quello che dobbiamo cercare, sempre, è giustizia, mai vendetta.
Ma soprattutto, il passo talmudico è un ammonimento contro la superbia: quella della Luna, che viene punita; ma anche quella che facilmente può assalire chi ha il potere di comminare una pena, per giusta che sia: la sensazione di potenza che deriva dal poter disporre di altre persone viene subito ridimensionata.

Michael Ascoli, rabbino