…empatia

Come noto, il 27 gennaio, durante le commemorazioni per il Giorno della memoria, una delegazione di ultranazionalisti polacchi guidata dal già famoso Piotr Rybak si è diretta verso il lager di Auschwitz per ricordare che all’interno del campo sono morti anche cittadini polacchi etc. etc.. Si potrebbe sottolineare quanto tutto ciò rappresenta il clima diffuso nel Paese, dove il governo, come noto, ha recentemente proposto una legge che prevedeva il carcere per chi avesse accostato la Shoah a responsabilità polacche. Oppure ricordare ancora una volta come una tappa di questo neo-nazionalismo europeo consiste in una graduale de-responsalizzazione nei confronti dello sterminio degli ebrei, che invece, come ben sappiamo, ha potuto svolgersi contando sul diffuso pregiudizio antisemita. La cosa, però, che più mi ha schifato di questa macabra pagliacciata è che nell’elenco delle vittime dimenticate Rybak e i suoi compari hanno menzionato i Rom. Come, proprio loro che li hanno costantemente stigmatizzati e discriminati nei modi peggiori, oggi li usano per contrapporli agli ebrei per creare divisioni e diffondere ulteriormente il pregiudizio antisemita? A questi beceri tentativi di creare una guerra fra le vittime, io rispondo che proprio in quanto ebreo piango le vittime Rom e Sinti. Proprio in quanto erede di questo tragico passato provo empatia per il loro dolore. Perché questo mi è stato insegnato: “Ricordati di essere stato straniero in terra straniera”.

Davide Assael, ricercatore