Torah…

Nel contesto di uno dei più arditi dialoghi tra Mosè e D.O, allorquando il profeta ardisce chiedere al Signore “Mostrami per favore la tua gloria” Esodo 33,18), l’Eterno gli risponde manifestandogli l’impossibilità, per Mosè stesso come per ogni uomo, di percepire la pienezza dell’essenza divina “Mi vedrai da dietro, ma il Mio volto non si vedrà” (Esodo 33,23). Una delle interpretazioni di questa affermazione, anch’essa di difficile comprensione per gli aspetti simbolici che racchiude, è data dal midrash ( Mechiltà) che legge in questo passo il senso del legame tra la Torah Scritta e la Torah Orale “Non è possibile contemplare la Torah Scritta se non attraverso la Torah Orale”. La Torah Orale è l’interpretazione che riceviamo dal Talmud e dai Maestri che hanno elaborato su quella base tutti i particolari applicativi delle Mizvot, su quelle stesse basi sono sempre state formulate le risposte necessarie per far sì che le Mizvot, che sono eterne ed immutabili, rimanessero leggi di vita nel mutare dei tempi, e cosi avviene anche oggi; su quelle basi si è sviluppata la complessità del pensiero ebraico. L’ampiezza incommensurabile e inesauribile della Torah Orale, proprio con le sue complessità e difficoltà, ci stimola, ci avvicina alla pienezza del volto della Torah Scritta. Le scorciatoie, le formule suadenti che cercano di ammorbidirla, di ridurla e di annacquarla, ce ne allontanano.

Giuseppe Momigliano