“Antisemitismo, quali antidoti”

Dalle manifestazioni di odio nella loro forma “classica” alle nuove subdole correnti di rifiuto dell’identità ebraica che passano anche attraverso la negazione del diritto di esistere ad Israele. Il contagio delle parole malate, nuovi e vecchi complottismi alla ribalta, il ruolo dell’educazione nel contrasto a questa diversificata e insidiosa minaccia. È un volume ricco di spunti quello di cui è autore Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) di Milano. “Antisemitismo”, pubblicato recentemente da Editrice Bibliografica, traccia infatti un percorso storico del pregiudizio, lo definisce nelle varie declinazioni, aiuta a capire come sviluppare gli antidoti necessari.
“Il problema esiste, è reale. Ma per mia natura non sono un pessimista. E quindi ritengo che ci sia una possibilità reale per incidere in una direzione diversa” ha sottolineato Luzzatto Voghera nel corso di una stimolante presentazione del volume che si è svolta alla Casina dei Vallati, sede della Fondazione Museo della Shoah di Roma, in occasione degli incontri del Salotto letterario organizzato assieme al Centro di Cultura comunitario diretto da Miriam Haiun.
Accanto all’autore una storica, Serena Di Nepi. E un sociologo, Enzo Campelli. Molte le sollecitazioni e gli spunti emersi nel corso della serata, moderata dal giornalista Paolo Conti e apertasi con i saluti istituzionali della presidente UCEI Noemi Di Segni e della presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello.
Al centro gli argomenti che quest’opera propone come sintesi, è stato spiegato, “dei principali percorsi storici che hanno contribuito alla strutturazione del fenomeno antisemita come ideologia politica, arrivando a gettare uno sguardo sulla contemporaneità, che vede l’utilizzo di antichi linguaggi rielaborati sui social media a disegnare autentiche campagne di odio razzista”. A suscitare preoccupazione anche l’uso politico che spesso ne viene fatto, come dimostra il recente caso dello sdoganamento dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion da parte del senatore Elio Lannutti.
Come contrastare quindi la minaccia? “Ci sono cose che si possono fare e cose che già si fanno. Significativo è in questo senso il lavoro svolto sul piano della didattica, con i giovani. Una sfida che investe anche il mondo dell’università. L’idea di una intensificazione di studi ebraici e di storia dell’antisemitismo nei nostri atenei oggi lanciata in questa sede – ha osservato Luzzatto Voghera, tracciando un bilancio – non potrà infatti portare altro che positività”.

(7 marzo 2019)