Tensione al confine

rassNuova giornata di tensione al confine tra Striscia di Gaza e Israele, nel primo anniversario della cosiddetta ‘Grande marcia del ritorno’ organizzata dai terroristi di Hamas. Quattro i morti, tra quanti hanno cercato di forzare la frontiera. Ma, si legge sui quotidiani, sarebbero potuti essere molto di più senza una mediazione egiziana che avrebbe tenuto lontano dal reticolato migliaia di persone. “Data la tensione dopo il razzo lanciato martedì alla periferia di Tel Aviv e i successivi raid aerei di rappresaglia, si temeva l’escalation” scrive La Stampa. Repubblica, che tratta l’argomento in una fotonotizia, sottolinea: “L’Onu accusa Israele di uso eccessivo della forza. Israele accusa i manifestanti di essere controllati da Hamas”. Il Corriere si sofferma anche sul malcontento interno alla Striscia, sfociato in alcune contestazioni: “Le proteste di due settimane fa per il rialzo dei prezzi, dal pane alle sigarette, preoccupano l’organizzazione che ha mandato in strada i suoi sgherri a manganellare e arrestare i dimostranti”.

Nel corso della sua visita in Marocco, Bergoglio ha firmato insieme a re Mohammed VI un appello a sorpresa per “preservare la Città Santa di Gerusalemme come patrimonio comune dell’umanità e soprattutto per i fedeli delle tre religioni monoteiste, come luogo di incontro e simbolo di coesistenza pacifica, in cui si coltivano il rispetto reciproco e il dialogo”. La dichiarazione congiunta è così analizzata da Repubblica: “Gli effetti che produrrà l’appello non li conosce nessuno. Ma è evidente che, per quanto riguarda la parte vaticana, la diplomazia della pace che trova nel magistero dei pontefici un suo leitmotiv passa anzitutto da un avvicinamento al mondo islamico che punta a sminuire le differenze e a valorizzare chi si distingue per politiche aperte ed inclusive”.

Sul Fatto Quotidiano, Furio Colombo risponde a un velenoso intervento di Moni Ovadia dal titolo “L’antisionismo non è antisemitismo”. Sostiene Colombo: “Niente permette di separare il sionismo, come una specie di degenerazione nazionalistica, dalla storia del mondo contemporaneo, del formarsi dell’Europa moderna. Per forza, oggi, essere antisionisti vuol dire essere antisemiti. È un’altra forma di negazionismo”.

Pochi giorni e al Meis si apriranno le porte per l’inaugurazione della mostra “Il rinascimento parla ebraico”. Sul domenicale del Sole 24 Ore Giulio Busi, che ne è curatore, illustra temi e suggestioni di questo nuovo racconto. “Gli ebrei, durante il Rinascimento, c’erano. In prima fila, attivi e intraprendenti. E hanno contato parecchio. Certo, hanno preso, imitato, riprodotto. Ma – spiega Busi – hanno anche dato, influenzato, ispirato”.

Da Forza Nuova protagonista a Verona all’attivismo quotidiano, in particolare nelle periferie, per attrarre consensi. Diversi quotidiani registrano l’inquietante avanzata di forze di estrema destra. Come contrastare la propaganda di idee fasciste? Per il costituzionalista Gaetano Azzariti, intervistato da Repubblica, “non serve una nuova legge, basta applicare quelle esistenti, senza sottovalutare la pericolosità di certi atti o comportamenti”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(31 marzo 2019)