1938, il rovescio delle medaglie

Protagonisti in divisa delle pagine più significative di unità nazionale, in prima linea anche nella Grande Guerra cui parteciparono numerosi e con la voglia di distinguersi per la patria. E poi vessati, umiliati, spogliati della propria appartenenza per gli effetti delle Leggi razziste. “Il rovescio delle medaglie: i militari ebrei italiani 1848-1948” è il titolo di un convegno organizzato lo scorso anno dall’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento, dalla Guerra di Liberazione e loro familiari in collaborazione con il Dipartimento Beni e Attività Culturali della Comunità ebraica di Roma. Convegno che è diventato oggi un libro, curato da Giovanni Cecini e presentato nelle scorse ore presso la Biblioteca del Senato.
Grande l’apprezzamento della senatrice a vita Liliana Segre, che ha anche portato all’attenzione del pubblico un ricordo personale relativo alle figure del padre Alberto e dello zio Amedeo. “Lo zio, nato nel 1898, andò volontario e si trovò coinvolto in situazioni difficili facendo anche vita di trincea. Mio padre invece fu uno dei ragazzi del ’99, chiamati alle armi all’ultimo momento. Entrambi, dopo la promulgazione delle leggi antiebraiche, si videro ritirare le tessere di ufficiali in congedo. Quel fatto fu vissuto come un incubo. Purtroppo – ha sottolineato la Testimone della Shoah – era soltanto l’inizio”.
Tra le figure citate dalla presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello il capitano Giacomo Segre, che aprì la Breccia a Porta Pia risultando uno dei principali artefici dell’annessione di Roma. E, allo specchio, la sorte che toccò all’ammiraglio Augusto Capon, suocero di Enrico Fermi, che fu catturato nel raid nazista del 16 ottobre in divisa e sedia a rotelle.

(4 giugno 2019)