Catacombe di Venosa, l’impegno del governo

Il concreto sostegno del Mibact, il ministero dei Beni e delle Attività Culturali, per valorizzare un’antica traccia di presenza ebraica in Italia poco nota e che ha invece molto da raccontare. Due milioni e mezzo di euro: questo l’importo che il governo ha stanziato a favore delle catacombe ebraiche di Venosa, testimonianza della fiorente presenza nell’area tra il III e il VII secolo. A dare l’annuncio di questo impegno è stata la nuova sindaca di Venosa, Marianna Iovanni, intervenuta ieri a un’occasione di incontro sul sito e sui progetti in corso per una sua più ampia conoscenza organizzato a Roma, nella sede del Centro Bibliografico UCEI, dalla Fondazione per i Beni Culturali Ebraici assieme all’associazione Daniela Di Castro.
Come rappresentato dal presidente della Fondazione Dario Disegni, che ha aperto i lavori, il sito di Venosa rappresenta l’oggetto del più ingente sforzo in termini di progettualità e risorse, segnato anche dall’attivazione di una borsa di ricerca che negli scorsi mesi ha permesso la realizzazione di un video conoscitivo recentemente trasmesso dalla Rai. “Un sito straordinario, ancora poco fruibile. Da un anno è in corso una interlocuzione molto positiva con soprintendenza e amministrazioni locali. Quella odierna è la nuova tappa di un intenso work in progress” ha sottolineato Disegni.
“La comunità di Venosa si sente responsabile del ruolo che la storia le ha assegnato. Da noi troverete le porte sempre aperte” ha quindi affermato la sindaca Iovanni. Fu proprio lei a guidare il ministro Alberto Bonisoli nella visita svolta alle catacombe al vicino complesso archeologico di origini romane il 12 marzo scorso. Una visita che ha lasciato il segno, tanto da fargli affermare: “Venosa è un sito eccezionale, raro in Europa”. E con tutte le potenzialità, turisticamente parlando, “di essere un’altra Pompei”. Così, appena appresa la notizia dell’elezione, ha raccontato la sindaca, “il ministro mi ha telefonato, per darmi notizia dello stanziamento”.
Un’ottima notizia anche per il Consigliere UCEI Guido Coen, presidente dell’associazione Daniela Di Castro, che ha presentato questo nuovo sodalizio che nasce con l’intenzione di valorizzare il ruolo della cultura ebraica nel nome di una sua grande protagonista mai dimenticata. “L’Italia meridionale – ha affermato Coen – è una miniera di testimonianze da riscoprire e far conoscere”.
Soddisfazione è stata espressa anche da Sabrina Mutino, intervenuta a nome della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata, che ha sottolineato “l’attenzione particolare” dedicata alle catacombe di Venosa e spiegato che i finanziamenti “saranno volti principalmente alla conservazione”.
La parola è poi passata a Renzo Funaro, vicepresidente della Fondazione, che ha parlato delle “iniziative per Venosa ebraica 2020”. Tutto, ha ricordato, nasce da un convegno organizzato nel 2009. L’attivazione di un percorso che ha portato a una collaborazione di cui si sono colti i benefici anche in occasione della prima mostra allestita al Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara, dove un focus è stato dedicato proprio a Venosa. “Le catacombe – ha affermato Funaro – meritano un interesse sempre più internazionale. Per il significato della storia di cui sono testimonianza, per i simboli e le suggestioni che emanano”.
Cosa sappiamo oggi della presenza ebraica a Venosa in quei secoli? A ricostruirlo è stato il professor Giancarlo Lacerenza, responsabile scientifico del progetto, assieme a Maurizio Lazzari, del CNR, che ha tracciato il contesto ambientale e insediativo, con uno sguardo alle prospettive di ricerca, e a Vito Muscio, di geoNature, che ha presentato le nuove tecniche di rilievo e fruizione.
“La maggior parte dei dati che ci servono per ricostruire quella che fu la Venosa ebraica sono lì, a nostra disposizione. Serve un approfondimento di ricerca storica, fondamentale per avere qualcosa da raccontare. In questo senso anche la ricostruzione virtuale ha avuto e continuerà ad avere un ruolo. Un lavoro – ha riconosciuto Lacerenza – ingente e necessario”.
A chiudere l’incontro alcune riflessioni dell’ex soprintendente Maria Luisa Nava, con cui fu aperto un dialogo diversi anni fa e che ha espresso la propria soddisfazione per il livello e i risultati raggiunti in questa interlocuzione tra enti diversi.

(5 giugno 2019)