“Scialom, un segno memorabile”

Profondo cordoglio in tutta l’Italia ebraica per la scomparsa di Scialom Tesciuba. “L’Italia ebraica – commenta la presidente UCEI Noemi Di Segni – perde un assoluto protagonista. Arrivato a Roma in fuga da uno spietato regime, Scialom è stato leader e punto di riferimento degli ebrei di Libia ma anche delle istituzioni comunitarie romane e nazionali in cui questa componente, con il suo carico di identità, vitalità e tradizione, ha assunto gradualmente un ruolo sempre più significativo e determinante”. L’impegno è a tramandare “il ricordo di una persona speciale, un leader carismatico e concreto, un servitore appassionato della collettività ebraica che mai ha fatto mancare il suo supporto e i suoi consigli”.
“Perdo – dichiara Ruth Dureghello, Presidente della Comunità ebraica di Roma – un amico e un maestro, che dal primo giorno in cui lo ho conosciuto non ha smesso di darmi consigli e aiutarmi. Un riferimento per tutti noi, ci ha insegnato la forza dell’unità e dell’impegno nei valori della Torah. Se oggi gli ebrei a Roma possono pregare in tante sinagoghe e mangiare casher con facilità e anche grazie a lui”.
“Già vicepresidente e leader carismatico, contribuì alla rinascita della comunità ebraica tripolina in Italia e a rivitalizzare l’ebraismo romano dopo la guerra” lo ricorda in una nota la Comunità ebraica. Mentre la sezione di Piazza Bologna del Movimento Chabad gli rende omaggio con queste parole: “Con il cuore pesante ci stringiamo attorno alla famiglia Tesciuba per la perdita del capofamiglia, Scialom, e a tutti i suoi discendenti spirituali che ha allevato e accudito come presidente del Tempio Bet El che ha fondato e curato”. A lasciarci, per l’Unione Giovani Ebrei d’Italia, “un leader carismatico e pilastro dell’ebraismo italiano negli ultimi 50 anni”. Una voce “autorevole e rappresentativa” della componente libica, di cui si esprime l’auspicio di poter trasmettere le gesta e la storia.
L’assessore UCEI David Meghnagi condivise con Tesciuba e migliaia di correligionari il tragitto Tripoli-Roma. Alle spalle, un tentativo di carneficina solo in parte riuscito. Davanti, un futuro da immaginare. “Guardando alla vita di Scialom, al suo impegno, alla sua capacità di ricostituire una presenza viva facendo delle sinagoghe il centro della quotidianità ebraica – sostiene Meghnagi – si può dire che questi 50 anni non sono trascorsi invano”. La scelta del nome Bet El, aggiunge, non poteva essere casuale. La sinagoga situata nella parte nuova della città di Tripoli in cui un giovane Tesciuba pregava si chiamava appunto così e poiché non era abbastanza capiente se ne costruì una nella strada accanto, che entrò in funzione un paio d’anni prima del pogrom del 1967. La sinagoga rinacque a Roma e come a Tripoli ne sorse un’altra a pochi metri, in via Garfagnana. Sarebbe poi sorto un altro luogo di preghiera in via Tripolitania. Una situazione che, conclude, “portò al consolidamento di uno spazio in cui gli ebrei di Libia poterono riconoscersi”. Anche nel segno del lavoro svolto da Scialom.

(11 giugno 2019)