L’ultimo dei precetti

Lotoro officialLunedì 30 dicembre, dopo una convalescenza dovuta alla leucemia, è venuto a mancare Jack [Jakob] Garfein, ebreo ruteno naturalizzato statunitense, grande direttore teatrale e cinematografico.
Nato a Mukachevo (Ucraina) il 2 luglio 1930, nel 1944 Jack e i suoi familiari furono trasferiti ad Auschwitz II Birkenau; dinanzi a Josef Mengele Jack dichiarò di avere 16 anni anziché 14 e ciò gli salvò la vita (nonni, zii, madre, padre e sorella di Jack furono condotti a gasazione).
A partire da ottobre 1944 Jack fu tra i 1.200 giovani ebrei prevalentemente ungheresi e polacchi (circa la metà erano minori di 16 anni) trasferiti da Birkenau al Campo di lavori forzati di Märzbachtal, sub–Campo dello Arbeitslager Riese.
A Märzbachtal un giovane deportato ebreo polacco creò il canto monostrofico in lingua yiddish Zi is mein herz; dopo poche settimane 613 ragazzi del Campo sarebbero stati selezionati con il pretesto di essere trasferiti in Gran Bretagna nell’ambito di uno scambio di prigionieri.
613 ossia tanti quanti i precetti, le mitzvoth; dalla Notte dei Cristalli del 1938 (9 di novembre ossia del penultimo mese dell’anno civile come il 9 di Av ossia del penultimo mese dell’anno ebraico) alle 12 camere di gasazione a Treblinka (quante le tribù israelite), non era la prima volta che le autorità dei Lager sceglievano numeri e simboli dell’ebraismo per utilizzarli contro la popolazione ebraica.
Ma i ragazzi ebrei di Märzbachtal avrebbero presagito ciò che da lì a poco sarebbe accaduto e, ad ogni buon conto, perché mai le autorità britanniche avrebbero voluto esattamente 613 ebrei per uno scambio di prigionieri? opportunamente, le guardie tedesche cancellarono un ragazzo dalla conta e chiusero il numero a 612.
Tuttavia, durante il carico degli autocarri i ragazzi risultarono 615 anziché 612, pertanto le guardie tedesche ordinarono a tre “volontari” di scendere; Garfein prima indugiò poi alzò la mano e scese con altri due suoi compagni di prigionia.
La realtà si rivelò molto più tragica; i 612 ragazzi furono condotti a Birkenau e gasati (compreso l’anonimo ragazzo autore di Zi is mein herz), la storiella dello scambio di prigionieri era una farsa per non provocare disordini e ribellioni; Garfein si salvò perché era il 613esimo, l’ultimo dei precetti.
Agli inizi del 1945 Garfein e altri prigionieri furono trasferiti a Bergen–Belsen, ivi furono liberati dalle truppe britanniche nell’aprile del medesimo anno; rimasto orfano e su una sedia a rotelle, grazie a un visto temporaneo fu trasferito a Malmö (Svezia) e in pochi mesi riacquistò l’uso delle gambe
Nel 1946 si trasferì negli USA, iniziò a studiare inglese e nel 1947 il Jewish Appeal United gli assegnò una borsa di studio per studiare recitazione e regia con Lee Strasberg e Erwin Piscator.
Tra i più grandi docenti di recitazione cinematografica, sposato con la celebre attrice Carrol Baker (in qualità di regista diresse Ben Gazzara e Artur Miller), Jack divenne una leggenda del cinema; non ancora sazio di vita, si risposò poco tempo fa presso una sinagoga Reform di New York.
Parigi, Lotoro e Jack Garfein durante le riprese del film MaestroFu Jack a venire da me a Barletta nel 2013 per raccontarmi la sua storia e cantarmi Zi is mein herz; al termine del suo racconto gli dissi: “Jack, tu sei l’ultimo dei precetti!” e lui rise di gusto.
Ancora pochi mesi fa mi scrisse entusiasta che sarebbe venuto ad ascoltarmi a un concerto che si terrà a Dachau il prossimo 29 aprile.
Ho un solo modo per ricambiare questo dono che Jack ha fatto non già a me quanto al genere umano; far cantare a chiunque Zi is mein herz del suo sfortunato compagno di Märzbachtal.
Benedetto il Giudice della Vita; arrivederci Jack ultimo dei precetti, fratello mio.

Francesco Lotoro

nella foto: Parigi, Lotoro e Jack Garfein durante le riprese del film Maestro