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L'Unione informa |
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3 marzo 2009 - 7 Adar 5769 |
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alef/tav |
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Roberto
Della Rocca, rabbino |
Oggi
il 7 di Adar, ricorre, secondo un'antica tradizione,
l'anniversario del giorno della nascita e della morte di Moshè.
Moshè è indicato nella letteratura rabbinica con dieci nomi ma sarà
conosciuto con il nome datogli da Batia figlia del Faraone, che
diventerà la madre adottiva del nostro Maestro. Moshè
porta quindi nel suo nome e nella sua identità il valore della
riconoscenza per la figlia del suo maggior persecutore che in
un momento terribilmente drammatico per il popolo ebraico gli
salva la vita. Questo insegnamento fondamentale nella storia dell'Esodo
ci indica, fin dagli esordi di questa paradigmatica ivoluzione,
una nuova etica che mette in grande risalto il gesto di coraggio
e di solidarietà di una donna che pur di salvare un bambino
innocente si mette contro suo padre e il suo sistema, divenendo esempio
e metafora di tutte quelle minoranze che agiscono e che rifiutano di
omologarsi a logiche totalitarie. La forza umana con
cui Batia libera Moshè dalle acque del Nilo sarà l'essenza della
forza umana di Moshè di cui il testo biblico ci racconta che
paradossalmente non verrà meno neanche nel giorno della sua morte. |
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Dal
Medioriente arrivano tante notizie, e il più delle volte non belle.
Israele è di nuovo bersaglio di missili che colpiscono spietatamente
alla cieca. L'Iran si scalda i muscoli. In Iraq Tarek Aziz è stato
assolto, il che inquieta almeno un poco. Ma da Baghdad arriva anche una
buona notizia, merce rara da quelle parti. E' avvolta nel mistero, per
ragioni di opportunità. Prendiamola dunque per quello che è, per quel
poco che se ne sa. Un professore iracheno ha di recente mandato una
mail al sito web collegato al ministero israeliano che si occupa
dei media in arabo, chiedendo materiale per lo studio dell'ebraico e di
Israele. Non si sa nulla di più di questo coraggioso docente. Si sa
peraltro che in Israele ci si è attivati per rispondere alla richiesta,
e che grammatiche ebraiche, materiali didattici e libri su Israele e
dintorni saranno presto in viaggio. Non dimentichiamo che Israele e
Iraq sono in stato di guerra dal 1948. Chissà che questo non sia un
primo passo verso un confronto di cifra diversa. |
Elena Loewenthal,
scrittrice |
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davar |
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Qui Milano - Merchav/Spazio aperto Ospitalità ebraica e sfida multiculturale
Prendiamo
la millenaria tradizione ebraica di ospitalità e accoglienza e proviamo
immergerla nella società di oggi, contrassegnata dall'immigrazione,
dall'intreccio tra culture e religioni diverse, da intolleranza e
rigurgiti razzisti. Una delle tante possibili risposte porta il nome di
Merchav-Spazio aperto, il centro di prossima apertura a Milano in zona Sempione. Qui, in via Pancrazio 10, grazie a un'inedita collaborazione tra Provincia, Comunità ebraica e Unione giovani ebrei italiani
(Ugei) vedrà infatti la luce una struttura che per la prima volta in
Italia coniugherà ebraismo e dialogo multiculturale, impegno nel
sociale e confronto tra le religioni.
Nella
palazzina, messa a disposizione della Provincia (in alto un'immagine
della facciata esterna dello stabile e a fianco un vista dall'alto
della zona), al piano terra troverà infatti posto un consultorio
familiare dedicato agli stranieri che, per intercettare al meglio i
bisogni, vedrà in azione operatori di diverse provenienze e
nazionalità. Al primo piano ecco gli spazi dedicati al dialogo fra le
religioni e alle attività culturali mentre salendo ancora una rampa di
scale si apriranno gli ambienti destinati alle attività dei giovani
ebrei. Tre progetti paralleli, uniti da quella vocazione all'apertura e
al confronto cui s'ispira l'intera iniziativa.
La
Comunità ebraica di Milano ha sostenuto da subito l'idea. “Merchav è un
progetto molto impegnativo e altrettanto importante – dice il
presidente Leone Soued (nell'immagine
a fianco) – E' infatti la prima volta che la Comunità si apre al
territorio e si rivolge al mondo dell'immigrazione affrontando così una
delle tematiche chiave della società contemporanea”. L'affermazione di
un ruolo specificamente ebraico in questo campo è piuttosto nuovo ma
sembra iscriversi nello spirito dei tempi. Basti pensare alla decisione
assunta a metà ottobre della Comunità ebraica di Roma di collaborare
alle attività di sostegno alla popolazione rom con progetti di
assistenza e prevenzione sanitaria e di educazione. “La nostra – spiega
Soued – è una scelta che s'inscrive appieno nella millenaria tradizione
ebraica di accoglienza, ospitalità, aiuto e sostegno. La speranza è di
riuscire a portarla, attraverso quest'impegno nel sociale, più vicina
alla città e al nostro vivere quotidiano”. “Da parte ebraica – commenta
Daniele Schwarz, amministratore delegato
di Multimedica, società attiva in campo sanitario
che gestirà il consultorio – vi è forse una maggiore sensibilità
nei confronti del razzismo e dell'intolleranza. Sono problemi che
abbiamo vissuto sulla nostra pelle, rispetto i quali possiamo mettere
in gioco un'attenzione particolare”. Nella palazzina di via
Pancrazio l'attenzione all'altro prenderà le mosse dal Consultorio
familiare, dove il sostegno alla donna, alla famiglia e ai ragazzi
(anche sotto forma di aiuto all'inserimento scolastico) sarà gestito da
équipe multietniche così da facilitare il rapporto medico paziente,
tanto spesso reso difficoltoso dalle diversità di lingua, mentalità e
codici culturali. “Le competenze sanitarie tipiche di questo genere di
struttura – spiega Schwarz – si abbineranno al supporto alla famiglia e
ai soggetti più fragili facendo di questo momento d'incontro e
vicinanza il punto di partenza verso un'integrazione efficace”. Al primo piano
incontri, mostre e altre iniziative si concentreranno sul confronto tra
le religioni mentre sopra troveranno posto le attività dei giovani
ebrei e di altre associazioni. L'ambizione dell'Ugei è di allargare il
campo d'azione ben al di là dei confini metropolitani, sino a farne un
punto d'incontro per i giovani ebrei di tutto il Nord Italia che ora si
frequentano per lo più solo sul web. Ma Leone Soued sogna ancora più in grande e punta a fare di Merchav un vero e proprio modello. Da esportare in tutt'Italia.
“Merchav - spiega Daniele Nahum,
presidente dell'Ugei (nell'immagine a fianco) – nasce dal desiderio di
dare vita a una progettualità utile per la cittadinanza e di rispondere
all'esigenza dei giovani ebrei di uno spazio d'incontro e d'attività
autogestito sul modello del Centro sociale Maurizio Levi in funzione
anni fa”. Dagli incontri con Daniele Schwarz e con il presidente
della Provincia di Milano Filippo Penati ecco dunque germogliare l'idea
di uno spazio multifunzionale. Per i giovani dell'Ugei, avvezzi da
tempo al dialogo con le altre culture, l'opzione è quasi naturale. “In
questi anni – dice Nahum – ci siamo sempre occupati del rapporto con le
altre minoranze lavorando insieme ai giovani musulmani, le donne arabe,
i rom o le comunità del Ruanda e del Sudan. Per noi è fondamentale che
l'ebraismo sia protagonista della società italiana: vogliamo mantenere
la nostra identità e vivere il nostro mondo”.
Daniela Gross |
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I Baha'i, la più giovane fra le religioni "L'occasione per un pensiero augurale"
I
Baha'i hanno iniziato ieri i 19 giorni di digiuno che celebrano
annualmente tra il 2 ed il 20 marzo. Il periodo di digiuno, che come
modalità ricorda il Ramadan islamico (si può mangiare e bere soltanto
prima dell'alba e dopo il tramonto), è stato preceduto e introdotto,
tra il 26 febbraio e il 1° marzo, dai cosiddetti “giorni intercalari”,
dedicati all'ospitalità, all'assistenza e in generale a opere
caritatevoli. E’ l'occasione per rivolgere un pensiero augurale
ai seguaci della più giovane tra le religioni rilevate, il cui centro
mondiale si trova – come è noto – a Haifa, dove morì nel 1892 il
Baha'u'llàh, e che sono vittime, soprattutto in Iran, di persecuzioni
ignorate dai più. A squarciare per un attimo il silenzio si è levato,
il 18 febbraio, il presidente del Parlamento europeo, che ha espresso
preoccupazione per il processo perpetrato in Iran contro sette leader
dalla comunità locale, arrestati il 14 maggio 2008 solo a causa della
loro fede.
Valerio Di Porto, Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane |
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rassegna stampa |
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Si
è svolta ieri una conferenza a Sharm el Sheik dei paesi che intendono
contribuire alla ricostruzione di Gaza. Le offerte hanno superato le
aspettative (4,5 miliardi di dollari, di cui 100 milioni dall’Italia).
I risultati politici appaiono invece meno significativi (Francesca
Bertoldi sull’Avvenire, Alberto Stabile su Repubblica, Francesco Battistini sul Corriere). C’è chi sui giornali di oggi lamenta il disinteresse della comunità internazionale (Scaglione su Avvenire) chi concentra le critiche su Tony Blair (Santavecchi sul Corriere).
Ma a Sharm c’è stato in realtà un grande movimento diplomatico, incluso
un colloquio di Hilary Clinton con il ministro degli esteri siriano (Europa).
Del resto nelle ultime settimane c’è stato un gran via vai a Gaza di
politici importanti (Solana, Kerry, Blair) come sottolineano in molti e
dunque la comunità internazionale in realtà già parla con Hamas. Il
problema è quanti dei fondi andranno a finire a Hamas, come ammonisce
R.A, Segre sul Giornale e documenta Maurizio Stefanini su Libero.
Il problema di fondo naturalmente non è la ricostruzione, ma la
continuità del conflitto, che sarebbe assicurata dal finanziamento di
Hamas. Per questo Hilary Clinton ha condizionato l’effettivo arrivo
degli aiuti agli accordi di tregua. Ma nel frattempo incombe l’Iran. Da
leggere l’analisi di Emanuele Ottolenghi sul Riformista sulle
prospettive di politica internazionale del nuovo governo israeliano,
che Netanyahu vuole “capace di fare guerra all’Iran” se necessario.
Sulla costituzione del governo israeliano, naturalmente seguita con
molta partecipazione dai giornali israeliani (e spesso, per esempio
sistematicamente su Haaretz, con spirito pericolosamente fazioso), è interessante l’analisi di Carlyn Glick sul Jerusalem Post. Altre notizie mediorientali: Sul Foglio,
Giulio Meotti analizza il ruolo delle tv satellitari arabe per creare
consenso al terrorismo. Sullo stesso giornale un editoriale non firmato
plaude l’amministrazione Obama per aver deciso di abbandonare l’idea di
partecipare alla conferenza “Durban 2”
(ad aprile a Ginevra) presieduta dalla Libia, che si appresta a
trasformare in un festival antisraeliano il tema dell’antirazzismo (una
buona spiegazione si trova sull’Avanti). Per quanto riguarda la cultura, su diversi giornali (Liberazione, Il Giornale, Il Secolo XIX)
si possono leggere interviste ad Aharon Appelfeld, che terrà un
incontro pubblico oggi a Milano in occasione dell’uscita del suo nuovo
romanzo in italiano. Ancora sul Secolo XIX un’altra intervista a Miro Silvera, che hapure pubblicato un nuovo romanzo.
Ugo Volli |
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notizieflash |
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Una lettera di Gilad Shalit, la famiglia per il momento all'oscuro Tel Aviv, 3 mar - Una
lettera del caporale Gilad Shalit, ormai tenuto in ostaggio a Gaza da
quasi 3 anni, sarebbe stata inoltrata da Hamas - A riferirlo il
quotidiano arabo al Jarida (Kuwait). La lettera sarebbe stata
consegnata di persona dal capo militare di Hamas, Ahmed Jaabri, al
dirigente politico della organizzazione Mussa Abu Marzuk, durante una
sua breve visita a Rafah (Gaza) nei giorni passati. Abu Marzuk risiede
a Damasco e il suo ingresso a Rafah - peraltro non confermato
ufficialmente - aveva suscitato l'attenzione dei mezzi di
comunicazione. Secondo al-Jarida, Abu Marzuk consegnerà la lettera al
ministero degli esteri siriano. La famiglia di Gilad dichiara di
esserne per il momento ancora all'oscuro. Un portavoce della famiglia
comunica che stanno effettuando verifiche sulla questione. Già in passato la famiglia Shalit aveva ricevuto una lettera e una cassetta audio del prigioniero.
Israele e il dialogo Usa-Iran: "Siamo parzialmente d'accordo" Gerusalemme, 3 mar - Israele
si è detto favorevole all'apertura di un dialogo fra Stati Uniti e
Iran, ma avverte “a condizione che sia limitato nel tempo e preceduto
da severe sanzioni internazionali nei confronti di Teheran”. Un
documento su queste linee, secondo il quotidiano Haaretz, é stato
preparato dai ministeri degli esteri e dalla difesa di Israele e sarà
sottoposto al segretario di stato Usa Hillary Clinton che oggi ha a
Gerusalemme una giornata di intensi colloqui politici con i leader del
paese. Secondo il giornale, Israele intende sottolineare l'importanza
di porre limiti di tempo al dialogo con l'Iran, che ha il fine di
indurre questo paese a rinunciare a un programma nucleare che si
sospetta abbia fini militari, per evitare che Teheran cerchi di
prolungarlo unicamente al fine di guadagnare tempo. Ancora
lo stesso quotidiano riferisce che il premier designato, Benyamin
Netanyahu, è stato informato del contenuto del documento, per ora non
sembra aver mosso obiezioni.
Durban II: anche la Francia minaccia di dissociarsi Parigi, 2 mar - “Se
la Conferenza delle Nazioni Unite sul razzismo, Durban II, diventerà
l'occasione per stigmatizzare Israele anche la Francia boicotterà
l'appuntamento” - questo quanto precisato dal premier francese Francois
Fillon intervenendo oggi alla cena annuale del Consiglio ebraico
francese (Crif). Lo stesso ha poi spiegato: "la nostra determinazione a
combattere l'antisemitismo in Francia si somma a una grande vigilanza
verso le sue manifestazioni all'estero". Intanto gli Stati Uniti hanno
già annunciato nei giorni scorsi che, sulla base dell'attuale progetto
di dichiarazione finale, non intendono partecipare alla Conferenza, che
secondo i suoi oppositori intende metter sotto accusa lo Stato ebraico.
Israele e Canada hanno già annunciato che boicotteranno l'evento. |
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross. Avete
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