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L'Unione informa
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7 aprile 2009 - 13 Nisan
5769 |
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alef/tav |
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Roberto
Della Rocca,
rabbino |
In ogni
angolo di Israele si tocca con mano la fervida preparazione
alla festa di Pesach. Alle consuete emozioni forti che solo questa
terra è capace di trasmettere, questa volta la sollecitazione
più forte mi viene dalla spesa di Pesach fatta stanotte
al supermercato sotto casa. E' vero che come dicevano i nostri
vecchi, con una mirabile omofonia, Pesach pesa! Ma
questa volta il peso non e' stato quello oneroso e ingiusto
delle tasche ma solo quello delle buste e dei
pacchi contenenti i piu' svariati generi alimentari
prodotti per lo più, e a nostra insaputa, nella
nostra bella Italia. Una delle dimensioni della libertà, di cui sia
Pesach che l'organizzazione autoreggente del popolo ebraico nella sua
terra sono paradigmi, deve includere anche una
kasherut che costituisca una reale dimensione dell'etica e del sociale
e non soltanto del consumo e del commercio alimentare che
percepiamo sempre piu' come speculazione a cui ci
siamo supinamente assuefatti.
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Naturalmente,
auguro un buon Pesach a tutti, con tutto il cuore. Con una piccola
riflessione a margine. Il segreto e la bellezza di questa festa stanno
anche in questa sua complessità: festa "sociale" della liberazione,
memoria storica in cui ritrovarsi anima e corpo, "come se noi stessi
fossimo usciti dall'Egitto in questo giorno". Ma anche celebrazione
della natura che rinnova puntuale il suo corso segnato dalle stagioni.
Tempo lineare e tempo circolare, insomma, s'incontrano in questa sera
così diversa dalle altre. Ma quest'anno, il pensiero sulla natura - che
a Pesach è amica, porta la vita - non può ignorare il suo volto oscuro.
Come quello che in questi giorni ha fatto tremare la terra, sepolto
vite, gettato paura e distruzione. |
Elena
Loewenthal,
scrittrice |
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Memoria - Un viaggio per la Vita
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Il viaggio della Vita, organizzato dagli assessorati ai Giovani
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità
Ebraica di Milano, si è concluso da pochi giorni lasciando un segno
indelebile nei cuori di una decina di giovani provenienti da Genova,
Napoli, Torino, Milano e Roma.
I ragazzi, tutti iscritti al quarto anno di liceo, accompagnati dal rav
Alfonso Arbib, maestro e rabbino di grande saggezza e umanità,
hanno trascorso un sabato a Cracovia al termine di due giorni di visita
ai campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau.
Il
programma è stato pensato con la finalità di proporre
un'esperienza educativa mirata, di elevato livello pedagogico e diversa
dai percorsi didattici scolastici ormai frequenti nei luoghi della
Memoria.
Ogni partecipante ha avuto il privilegio di affrontare singolarmente il
luogo in cui si è consumata l'immane tragedia della Shoà pregando,
studiando e confrontandosi con i propri sentimenti più profondi.
Dal Kaddish recitato dove un
milione di esseri umani hanno
perso la vita, al lunghissimo, interminabile silenzio davanti ai
binari, alle baracche, ai forni crematori che hanno significato
tragedie e orrori per il popolo ebraico e infine un sabato desiderato,
accolto come la più bella delle spose, significativamente celebrato in
una sinagoga in cui l’identità ebraica esprime nitidamente se stessa e
la sua forza.
Alan
Naccache
Speciale
Pesach 5769
Guida alle regole: Qualche regola per il Seder
Il vino. Nel corso del Seder si devono bere quattro
bicchieri di vino. Spesso non si è consapevoli che si tratta di un vero
e proprio rito che va compiuto con attenzione. Non si esce d’obbligo
bevendo un sorso soltanto. Bisogna bere almeno la maggior parte di
liquido presente in un bicchiere che deve contenere almeno almeno 86 ml
(o cc). Se il bicchiere è più piccolo, non si adempie alla regola, se è
molto più grande, si beve troppo vino e si rischia di non sopportarlo.
Per misurare la capacità si tenga presente che i comuni bicchieri in
plastica usa e getta per le bibite contengono di solito 200 ml (o 0,2
l) e la capacità è stampata nel fondo. Chi fa il qiddush non deve usare
bicchieri di plastica. Se non si è in grado di sopportare il vino lo si
può diluire con acqua anche fino al rapporto 1:1. Altrimenti si può
usare succo d’uva (da dare ai bambini a scopo educativo). In genere è
preferibile usare vino rosso, ma anche il bianco o rosato vanno bene se
non c’è altro vino o se sono migliori o personalmente preferiti al
rosso disponibile. Preferibilmente il vino dovrebbe essere non mevushal (cotto) ma
in caso di necessità c’è chi permette anche il mevushal, che
senz’altro è consigliabile per alcuni ospiti.
Maror.
Nella tradizione italiana e sefardita si usa la lattuga. Si faccia
molta attenzione all’accurata pulizia, foglia per foglia, perché
specialmente in questi giorni sono infestate da insetti, che sono
evidentemente proibiti. La quantità di lattuga da mangiare deve essere
abbondante, non un pezzetto di foglia come molti usano.
Zero’a.
Lo “zampetto”, da mettere nel piatto di servizio, deve essere
abbrustolito sul fuoco, in ricordo del sacrificio pasquale. Può essere
sostitutito da qualsiasi carne arrosto; gli ashkenaziti usano un pezzo
di pollo (di solito il collo) e non lo consumano la sera stessa. Quando
alla fine dell’haggadà si leggono i tre brani esplicativi su Pesach,
Matzà e Maror, la matzà e il maror si prendono in mano, lo zampetto no;
tutto questo per segnalare che non possiamo fare il sacrificio pasquale
ai nostri tempi per assenza del Santuario
Rochtzà.
Le mani si lavano due volte, una all’inizio, per il karpas e una prima
di mangiare la matzà. Tra il lavaggio delle mani e la benedizione per
l’alimento bisogna stare in silenzio. Sono tutti tenuti a lavarsi le
mani, donne e uomini e non, come talora si fa erroneamente, solo gli
uomini. Chi lava le mani agli altri deve prima lavarsele lui stesso.
Luci
per la festa: Sulla tavola per il seder o in sua
vicinanza, si accendono due lumi, come per lo shabbat, e si recitano la
prima e la seconda sera due benedizioni (ner shel yom tov e shehecheyanu).
La prima sera le luci vanno accese prima che entri la festa, la seconda
sera subito prima del qiddush, da fuoco già acceso.
Un
pensiero rabbinico: Aramì oved avì, L’arameo errante e la terra
d’Israele
La Mishnà, nell’ultimo capitolo di Pesachim, prevede che durante il
Seder venga recitato e spiegato il brano del libro di Devarim “Aramì
oved avì” (Deut. 26, 5 e ss.), lettura prescritta anche in occasione
dell’offerta delle primizie (bikkurim).
In questo brano troviamo un condensato della storia ebraica antica, dai
tempi di Giacobbe sino allo stanziamento in Eretz Israel. Lo scopo del
racconto è esprimere gratitudine a Dio per la libertà nazionale e Eretz
Israel. Al giorno d’oggi nell’Haggadàh le ultime parti del brano, che
riguardano le primizie e lo stanziamento in Israele, non vengono
recitate. L'omissione del riferimento al Santuario, non essendovi più
il Santuario, è comprensibile. Ma l’ omissione di Eretz Israel è meno
comprensibile. E’ possibile dire che Pesach commemori un periodo
storico preciso, che va dall’Esodo alla Rivelazione, ma è più probabile
che ad un certo punto della storia si sia deciso di eliminare quel
passo, per sottolineare il nostro senso di privazione e per rafforzare
l’anelito di ritornare liberi in Eretz Israel. L’assenza di questo
passo sarebbe quindi solamente temporanea.
Rav
Ariel Di Porto
Nel sito moked.it una
pagina speciale, costantemente aggiornata, dedicata a Pesach, con
istruzioni, pensieri e link. |
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pilpul |
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Intese:
valdesi e avventisti fanno un passo avanti
La Commissione Affari
costituzionali della Camera ha avviato ieri la discussione dei due
disegni di legge, già approvati dal Senato, concernenti integrazioni
dell’intesa con la Tavola valdese e l'Unione italiana delle Chiese
cristiane avventiste del 7° giorno.
La seconda di tali intese riguarda il riconoscimento da parte dello
Stato della laurea in teologia e dei diplomi in teologia ed in cultura
biblica rilasciati dall'Istituto avventista di cultura biblica.
L’approvazione con legge dell’intesa con i valdesi consentirà a questi
ultimi di partecipare – con riguardo al riparto della quota dell'8 per
mille del gettito Irpef – all'ulteriore riparto delle somme risultanti
dalle scelte inespresse assegnate in proporzione alle scelte effettuate
dai contribuenti.
L’incarico di relatore è stato affidato anche in questo caso – come già
al Senato – in una logica bipartisan ad un politico di eccezione,
Roberto Zaccaria, già presidente della Rai e docente di discipline
giuridiche, che nella relazione introduttiva ha tracciato un ampio
quadro delle intese già sottoscritte, già approvate con legge e di
quelle in itinere, soffermandosi anche sulle relative procedure.
Valerio
Di Porto, Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
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Fra le notizie di oggi, vale la pena di
sottolinearne innanzitutto una piccola, ma significativa, raccontata da
Battistini sul Corriere: a Daniel Baremboim - il
direttore d’orchestra argentino, che al passaporto di nascita, a quello
spagnolo e a quello israeliano ha aggiunto quello palestinese, in
appoggio alla “causa della pace” - il ministro della cultura
egiziano Faruk Hosni, ha proibito di dirigere “Le nozze di Figaro” alla
Cairo Opera Hause, che era stata annunciata con molto clamore. Al suo
posto, forse, Baremboim potrà tenere più in là un concerto per
pianoforte. Il fatto è che Hosni, spesso accusato di antisemitismo, di
recente capace di dichiarare che “non c’è e non ci sarà nessun libro in
ebraico nella biblioteca di Alessandria [la grande biblioteca
finanziata dall’Onu ndr], se ne trovo uno lo brucio” è candidato alla
carica di segretario dell’Unesco. Invitando Baremboim, sostiene
Battistini, voleva mostrare che l’accusa era infondata. Ma ha scoperto
che i suoi elettori del blocco arabo-“progressista” non gradivano
neanche un “ebreo buono”…
Per quanto riguarda la poilitica del Medio Oriente, la novità
principale è stato l’intervento di Barak Obama a Ankara. Il Presidente
americano non solo ha sostenuto di nuovo l’ingresso della Turchia
nell’Unione Europea e ha invitato gli iraniani a scegliere fra le armi
e il benessere ma ha anche ribadito l’impegno americano nei confronti
della soluzione a due Stati per il conflitto fra Israele e palestinesi.
La reazione israeliana è stata simile a quella franco-tedesca
sull’Europa: “Israele non prende ordini dagli Stati Uniti”, ha
dichiarato il ministro dell’ambiente israeliano Gilad Erdan (notizie di
Mario Platero sul Sole e Marta Ottaviani sull’Avvenire). Obama, il cui
atteggiamento, al di là dell’immagine, è certo molto più compromissorio
che idealistico in tutti i campi, non ha ribadito in questa occasione,
come aveva promesso, la sua posizione per il riconoscimento del
genocidio armeno anzi ha mantenuto un prudente silenzio (Da Rold sul Sole). In merito alla Turchia, da
leggere in un’intervista del presidente turco Gul a Liberal le contorsioni e gli
strappi alla logica che la leadership turca commette per giustificare
la repressione dei curdi e l’appoggio a Hamas. Spiace avere conferma
che sul problema dell’ammissione turca nell’Unione Europea il governo
italiano appoggia la richiesta di ammissione degli Stati Uniti (Alberto
Negri sul Sole, intervista a Mario Rivolta
sull’Opinione).
Dimitri Buffa sull’Opinione riferisce l’ipotesi di un
giornale arabo che il soldato israeliano rapito Gilad Shalit sia stato
trasferito in Sudan. Ancora da leggere sull’Opinione la messa a punto di
Michael Sfaradi sulla “guerra navale sotterranea” fra Iran e Israele.
Fra le opinioni da leggere quella sul problema dell’antisemitismo nei
paesi islamici di John Vinocour sull’Herald Tribune. Sullo stesso Herald Tribune compare un’opinione
nettamente anti-israeliana sui crimini di guerra di Gaza,
firmata da George Bisharat, che – per dirne solo una – prende per buone
senza discuterle le cifre delle vittime fornite da Richald Falk, il
consulente delle commissione dell’Onu sui diritti umani, che già
all’inizio della guerra non era stato fatto entrare in Israele per il
suo odio per lo Stato ebraico. Ora queste cifre sono quelle di Hamas,
smentite analiticamente dalle indagini dell’esercito israeliano. Jeff
Jacobi, ancora sullo Herald Tribune, difende le
posizioni di Liberman sulle trattative di pace con i palestinesi, in
polemica con il parlamentare arabo israeliano Ahman Tibi, che sullo
stesso Herald Tribune lo attacca
violentemente.
Altre notizie: In Australia è stata trovata una copia autentica della
famosa lista di Schindler (Carlino-Nazione-Giorno). Sul Corriere Giuseppe Galasso
recensisce l’autobiografia di Levi (Un paese non basta).
Ugo
Volli
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notizieflash
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La
AEPJ
a
Palma per organizzare
la decima Giornata della Cultura Ebraica
Palma di
Maiorca, 27 mar -
Rappresentanti
del comitato esecutivo della AEPJ (la Associazione Europea per la
conservazione e la promozione della cultura e del patrimonio ebraico) e
i coordinatori nazionali dall’Italia, Francia, Slovacchia e Repubblica
Ceca si sono riuniti a Palma di Maiorca il 27 marzo, per organizzare a
livello europeo l’evento che si terrà il prossimo 6 settembre, in
occasione della decima edizione della Giornata Europea della Cultura
Ebraica. Durante l’incontro la delegazione ha anche incontrato Abraham
Barchilon Gabizon, vice presidente della Comunità ebraica locale e
Joana M. Borràs, vice sindaco della città.
Il
tema della Giornata 2009 sarà “Festività ebraiche e tradizioni”. La
Giornata in Italia è organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane e riscuote un notevole successo: sono state 58 le località che
lo scorso anno in Italia hanno “aperto le porte”, offerto cibo ebraico
e organizzato concerti, mostre, conferenze e visite guidate. Circa
165.00 i visitatori registrati lo scorso anno nelle 27 nazioni
che partecipano, di cui solo in Italia 50.000, poco meno di un terzo
del totale.
Sira
Fatucci
Nella
foto: Claude Bloch (B'nai Brit'h Europa), Annie Sacerdoti (European
Council of Jewish Communities), Assumpció Hosta (Red de Juderías de
España), Maros Borsky, Sira Fatucci, Peter Gyori, Claude Nadjari, Joana
M. Borràs e Abrhaam Barchillón.
Israele: nuovo
interrogatorio per Lieberman
Tel Aviv, 7 apr -
Il
ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman è stato interrogato
oggi da inquirenti della polizia. Lieberman leader del partito di
destra radicale Israel Beitenu (il terzo in ordine di grandezza in
Israele) è sospettato di corruzione e di riciclaggio di fondi. Secondo
la stampa è prevedibile che al termine dell'indagine la polizia
consiglierà alla magistratura la sua incriminazione. Da parte sua
Lieberman si dice innocente e vittima ormai da anni "di indagini senza
fine" da parte della polizia israeliana.
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche.
Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili.
Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per
concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross.
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