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L'Unione informa |
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13 aprile 2009 - 19 Nisan 5769 |
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alef/tav |
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Riccardo
Di Segni, rabbino capo di Roma |
A
Pesach ci sono due regole principali da rispettare. La prima, che vale
per tutta la durata della festa, è il divieto di non mangiare sostanze
lievitate (chametz); la seconda, da adempiere all'inizio della festa
(le prime due sere, nella Diaspora), è mangiare del pane azzimo, la
matzà; negli altri giorni mangiare la matzà è facoltativo, l'importante
è non mangiare chametz. Il pane azzimo, cioè non lievitato, si può fare
solo con le cinque specie di cereali che lievitano. Il riso e il mais,
che invece non lievitano non sono adatti per farci il pane azzimo. I
maestri del chassidismo hanno spiegato un possibile significato di
questa regola. Nella vita sono possibili percorsi ascetici di santità,
fuori dal mondo e senza nessun rischio e nessuna scelta drammatica. Ma
vi sono, molto più frequentemente, i percorsi dell'esperienza normale,
immersi nel quotidiano e nel mondano, nei quali in ogni momento bisogna
fare delle scelte. La mitzwà, il precetto di Pesach, si adempie con
delle sostanze che rappresentano questa possibilità di scelta:
l'impasto poteva diventare chametz, ma abbiamo fermato il processo di
lievitazione. Se fosse stato di riso, non ci sarebbe stato nessun
rischio. Troppo facile, nessun merito. La dimensione dove dobbiamo
agire è quella della realtà quotidiana, che chiede scelte e controllo
ogni momento. |
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Come
nella maggior parte degli anni, Pesach coincide con la Pasqua
cristiana. Le due Pasque, quella di liberazione e quella di
resurrezione, si sovrappongono. Nei commenti di teologi e rabbini, di
cristiani e di ebrei, questa coincidenza risuona come un caldo auspicio
di convivenza e di reciproco rispetto. Solo i lefebvriani insistono,
imperterriti, a pregare per la conversione degli ebrei nel loro rito
del Venerdì santo, e non secondo la formula compromissoria, pur molto
spiaciuta al mondo ebraico, elaborata da Benedetto XVI, ma proprio
secondo la vecchia formula della liturgia preconciliare. E ribadiscono,
via internet, che tutti gli ebrei restano deicidi finché non prendono
il battesimo. Formule già pronunciate tali e quali, sia pur ancora con
quel “perfidi giudei” eliminato nel 1959 da Giovanni XXIII, nei secoli
in cui il diritto canonico proibiva agli ebrei, in quanto assassini
di Cristo, di uscire di casa e di mostrarsi nelle strade
durante la settimana santa. Di questa tradizione tanto radicata nella
nostra storia restano ora solo tracce in alcune processioni popolari
del Venerdì Santo, che i turisti si recano ad ammirare senza coglierne
ormai più il senso antigiudaico. Il concilio ha spazzato via tutto
questo, credo proprio senza possibilità di ritorno. Eppure, quando
leggo che un lefebvriano ha pregato il Venerdì santo per la mia
conversione, mi coglie un brivido: “Ma come si permette?”. |
Anna Foa,
storica |
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Solidarietà con chi soffre
Scende in campo la solidarietà ebraica. Nelle prime ore della mattina di questo lunedì una colonna organizzata dalla Comunità ebraica di Roma e coordinata dal Presidente Riccardo Pacifici si è diretta verso le zone colpite dal sisma in Abruzzo. Fra i partecipanti anche il Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e il rabbino capo della Capitale, Riccardo Di Segni. Ad attenderli, nelle zone del terremoto, il responsabile della Protezione civile Giuseppe Bertolaso.
Fin dalle prime ore della tragedia le sinagoghe italiane hanno
istituito una raccolta fondi per le famiglie colpite dalla sciagura.
“Ora” – ha dichiarato Pacifici – “si tratta di capire come e dove far
pervenire al meglio aiuti alimentari, vestiari e i farmaci, raccolti
anche grazie al benefattore Walter Arbib". Fra gli aiuti promossi dalla Comunità anche la messa a disposizione della Protezione civile degli educatori della Deputazione ebraica di assistenza
di Roma, in grado di fornire un aiuto a bambini e anziani colpiti dal
trauma e l'impegno di mettere a disposizione una colonia, questa estate
in agosto, di proprietà della Comunità, per far trascorrere le vacanze
ad almeno 60 ragazzi abruzzesi. "Gli ebrei romani - ha sottolineato
Pacifici - hanno inoltre un debito di riconoscenza nei confronti di
alcune famiglie abruzzesi di Fossa e Casentino
che durante le persecuzioni razziali protessero gli ebrei a rischio
della loro vita. Proprio questi due paesi costituiscono le tappe
principali del viaggio di solidarietà. |
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Il terremoto e la catastrofe, un'interpretazione filosofica
La parola di origine greca catastrofe
vuol dire “rivolgimento”. Si riferisce a un mutamento repentino della
terra e delle sue condizioni provocato da cause naturali. Così il
terremoto – sostiene Aristotele – sarebbe il risultato di una singolare
contrapposizione dei venti. La ciclicità, con cui gli eventi
catastrofici si ripetono a distanza di tempo, viene intesa come
l’occasione per il genere umano di nuove scoperte; ma per le catastrofi
si cercano sempre spiegazioni naturalistiche e se ne indicano le cause
meteorologiche, astronomiche, geografiche. Molto diversa è l’ermeneutica che ruota intorno alla parola ebraica hurban.
La catastrofe colpisce la comunità e va distinta dalla questione del
male che coinvolge invece il singolo. Importante è che la catastrofe
viene interpretata all’interno del patto dell’alleanza. Il che innalza
l’evento catastrofico dal piano naturalistico a quello storico. In
breve: ogni catastrofe, anche quella apparentemente più naturale, va
letta nella sua dimensione storica, nella cornice del rapporto tra Dio
e l’uomo. Questo deve evitare anzitutto la tentazione di spiegare
l’evento nel modo più negativo, come una eclisse di Dio che
abbandonerebbe così la scena della storia. Il cataclisma, la calamità,
la distruzione, la rovina, si inscrivono nel complesso rapporto tra Dio
e l’uomo. Segnalano non una assenza, ma piuttosto la preoccupazione di
Dio – dunque una perseverante presenza; rinviano alla possibilità di un
nuovo inizio, all’inizio di un ritorno. Questa razionalizzazione
storica (che non va presa per una giustificazione) attraversa tutta
l’ermeneutica ebraica, soprattutto quella rabbinica, trova un apice in
Maimonide, e malgrado le interpretazioni divergenti resta, anche dopo
il Novecento, un punto stabile di riferimento sia nella teologia sia
nella filosofia della storia.
Donatella Di Cesare, filosofa |
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rassegna stampa |
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Oggi
in Italia non escono i giornali. Può essere una buona occasione per
guardare indietro e leggere qualche articolo particolarmente
significativo uscito nei giorni scorsi, quando era Moed e poi Shabbat,
ma l’azienda che compila la rassegna ha comunque raccolto gli articoli.
Non ce ne sono molti. Andando all’indietro, si potrebbe cominciare
dall’articolo di Giulio Meotti sul Foglio
in cui si ricostruiscono le vicende del padre di Netanyahu, che fu
segretario di Yabotinski. Non si capiscono reazioni di odio puro nei
confronti di Israele, come quella di Gideon Levy (nella rassegna di
ieri, su Haaretz),
che se la prende perfino con la narrazione di Pesach se non si pensa
alla vecchissima scissione fra ala destra e sinistra del sionismo, con
la sconfitta di Jabotinski ad opera di Ben Gurion, la rivincita di
Begin quarant’anno dopo e la progressiva fuoriuscita dal sionismo di
buona parte della sinistra, ormai ridotta a percentuali minime
dell’elettorato. Una storia di Israele che tenga conto di queste
dinamiche, dell’appropriazione dell’eredità sionista da parte di
emarginati come il padre di Netanyahu o della Livni e dell’abbandono
degli ideali sionisti da parte della sinistra, attende ancora di essere
scritta. Durante questi giorni è interessante seguire anche
la vicenda di Gerry Adams, l’ex terrorista dell’Ira, presidente di un
partito da sempre compromesso con l’antisemitismo come il Sinn Fein, di
recente firmatario di campagne di boicottaggio contro Israele, che il
governo israeliano non voleva far entrare a Gaza e che vi è stato
ammesso per l’insistenza di Tony Blair (inviato del Quartetto per la
pace in Medio Oriente e cattolico come Adams). Se si legge l’intervista
sull’Unità di venerdì e poi le sue dichiarazioni al Giornale di sabato si capisce meglio il meccanismo ipocrita dei molti discorsi che si vogliono “di pace”. Vi
è una discussione in corso sul senso della svolta di Obama. da leggere,
come botta e risposta, l’intervento di David Bidussa sul Secolo XIX di venerdì e quello di Fiamma Nirenstein sul Giornale
di ieri. Nel quadro internazionale ha un posto importante anche la
successione al trono dell’Arabia Saudita, che sembra destinata a un
conservatore estremista antioccidentale. Su questo punto si può leggere
utilmente l’articolo di Carlo Panella sul Foglio
di venerdì. C’è stata anche una certa svolta della politica
italiana, con la visita di Frattini in Siria e le dichiarazioni
sul Golan, ostacolo alla pace (cronache di Giuliano Gallo sul Corriere di giovedì, Novazio sulla Stampa dello stesso giorno, intervista sul Foglio di venerdì) Si
è riaperta la polemica sulla preghiera cattolica del venerdì santo, che
i lefebvriani hanno restaurato nella versione originale, rifiutando il
compromesso di Benedetto XVI, che pure al mondo ebraico non piace
(cronache di Alessandro Speciale su Liberazione e di Guglielmo Federici su Il Secolo d’Italia)
Un altro fronte polemico si apre sulla restituzione delle opere d’arte
rapinate dai nazisti agli ebrei. Norma Rosenthal, un esperto
internazionale che lavora per i musei, che di solito sono i soggetti
obbligati alla restituzione, dichiara in un’intervista a Danilo Taino
sul Corriere di
sabato che è ora di finirla, come non si discute più della proprietà
delle opere portate al Louvre da Napoleone: bell’accostamento. Da leggere infine il pezzo molto intenso su Pesach di Natahan Englander, autore di una nuova traduzione della Haggadah sulla Repubblica di ieri e sempre sulla Repubblica, ma di sabato, la recensione dell’autobiografia di Arrigo Levi scritta da Edmondo Berselli.
Ugo Volli |
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Pesach:
gli auguri speciali di Abu Mazen
al Presidente israeliano Tel Aviv, 13 apr - A
seguito della telefonata fatta ieri al premier israeliano Benyamin
Netanyahu il Presidente dell'Anp Abu Mazen ha voluto contattare oggi
anche il Capo dello Stato israeliano Shimon Peres, a entrambi ha voluto
formulare i suoi auguri per la festività di Pesach. A diffondere la
notizia è stata radio Gerusalemme. Secondo un portavoce del Presidente
israeliano Peres ha affermato che durante Pesach (la Pasqua ebraica) -
che ricorda la fuga degli ebrei dalla schiavitù in Egitto - "tutti
pregano per la pace e la libertà, per tutti i popoli della Regione".
"L'importante è non perdere mai la speranza" ha sottolineato Peres.
Egitto: arrestati presunti membri del gruppo Hezbollah Dura reazione del Presidente del Parlamento iraniano Teheran, 13 apr - Ali
Larijani, Presidente del Parlamento iraniano ha reagito duramente ai
recenti arresti in Egitto di decine di presunti membri del gruppo
libanese Hezbollah accusati di aver pianificato attacchi nel Paese. “Questo” – ha affermato Larijani “ è un piano per influenzare le prossime elezioni in Libano”. L'Iran
è oggi fra i maggiori sostenitori del gruppo Hezbollah così come di
Hamas nella Striscia di Gaza. Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah,
e le autorità iraniane hanno accusato l'Egitto di essere stato complice
dell'attacco israeliano portato contro Hamas a Gaza nel dicembre
scorso. E' stato lo
stesso Nasrallah ad affermare che uno degli arrestati stava cercando di
portare armamenti a Hamas nella Striscia di Gaza, ma ha negato la
progettazione di attacchi in Egitto. Larijani dal canto suo ha
affermato che "un certo Paese", l'Egitto, "non può pensare di ingannare
l'opinione pubblica mondiale per indurla a dimenticare la sua
cooperazione con Israele durante l'invasione di Gaza".
Hezbollah: gli arresti in Egitto e le dichiarazioni del Presidente israeliano Tel Aviv, 13 apr - Il
Presidente israeliano Shimon Peres ha voluto commentare oggi, alla
radio militare le notizie relative a una rete di agenti Hezbollah
neutralizzata dalle autorità egiziane e ha affermato che l'Iran
aspirerebbe a dominare l'intero Medio Oriente e fra l'altro a questo
scopo "utilizza gli Hezbollah libanesi". Ancora, ha aggiunto Peres, che
“il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, è di fatto un agente
iraniano che porta avanti la penetrazione degli sciiti in una zona
sostanzialmente sunnita, cosa che rende quasi inevitabile uno scontro
fra le due correnti religiose islamiche”. Il Capo di Stato israeliano
ha voluto poi fare una previsione in merito alla prossima conferenza
dell'Onu Durban II “Il Presidente Mahmud Ahmadinejad la rovinerà" - e
ha aggiunto che la presenza ai lavori del presidente iraniano che
apertamente invoca la cancellazione di Israele dalle carte geografiche
è "una questione di gusto". "Israele, da parte sua, progetta di
boicottare quella Conferenza temendo che sia sbilanciata in partenza a
suo sfavore".
L'esortazione di Lainati (Pdl): “Il Cda Rai deve affrontare il problema Santoro” Roma, 12 apr - "Anche
io mi auguro che i nuovi vertici della Rai già nella prossima riunione
del Cda affrontino questo problema, tenendo conto di quanto pochi mesi
fa avevano scritto Petruccioli e Cappon a Santoro dopo l'incredibile e
faziosa trasmissione su Israele e Gaza". Questo il pensiero del
vicepresidente per il Pdl della commissione di vigilanza sulla Rai
Giorgio Lainati. "Come innumerevoli altre volte, l'ex eurodeputato
diessino Michele Santoro - spiega Lainati - usa il programma Annozero
come una sua proprietà privata totalmente indifferente alle regole
interne della tv pubblica e ai dettati della Commissione di vigilanza
Rai. E' un delirio di arroganza che da lui va a tutti i suoi
collaboratori che ignorano volutamente la realtà dei fatti e che negano
- ha concluso - qualsiasi forma di pluralismo e contraddittorio non
pilotato". |
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross. Avete
ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei
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